AUSCHWITZ COME IL GOLGOTA: IL SILENZIO DI DIO. Martiri Ebrei-Cristiani della Shoah e Complotti Massonici-Sionisti contro la Chiesa Cattolica

Paola Persichetti

AUSCHWITZ COME IL GOLGOTA: IL SILENZIO DI DIO. Martiri Ebrei-Cristiani della Shoah e Complotti Massonici-Sionisti contro la Chiesa Cattolica

Indice dei contenuti

Nell’immagine di copertina Gesù Cristo in un’opera del Beato Angelico, la suora carmelitana ed Ebrea vittima della Shoah Edith Stein e il rabbino sionista Elia Benamozeg

di prof. ssa Paola Persichetti – ricercatrice di Cristianesimo ed Ebraismo.


Secondo la legge romana, la sentenza era immediatamente vincolante e, di norma, veniva eseguita direttamente dopo essere stata pronunciata. Così Gesù viene consegnato ad un plotone di esecuzione formato da un centurione e quattro legionari. Gesù vestiva ancora la bianca tunica senza cuciture che aveva indossato per la cena pasquale, e che ora, veramente, era assai sporca e coperta di macchie di sangue. La via fino al Golgota era di circa mezzo chilometro.

La strada verso il luogo dell’esecuzione costeggiava l”Agorà “, Il mercato con numerosi chioschi. C’era lì un grande via vai, tutta Gerusalemme era affollata di pellegrini, visitatori e mercanti che, in quelle ultime ore prima della festa di Pasqua, facevano le loro ultime compere nei negozi dell’agorà . Il plotone di esecuzione con i loro prigionieri dovevano farsi strada in mezzo a questa folla di gente che gridava e spingeva.Nel mezzo dell’agorà, i soldati bruscamente deviarono verso la porta di Ghennat, Per uscire dalla città. Nonostante l’indaffarata attività, gli astanti gettavano occhiate curiose alle iscrizioni con la condanna (titulus), pendenti al collo dei condannati: “che cosa? Re dei Giudei?”.

Quando il piccolo gruppo arrivò presso la porta di Ghennat, Si strinsero attorno a Gesù delle donne che si lamentavano e piangevano per lui (Luca 23,27).

Ma volgendosi ad esse, Gesù disse: “ Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me; ma su voi stesse piangete E sui vostri figli. Perché se si tratta così il legno verde, che ne sarà del secco?“ (Luca 23,28-31).

Consapevole della sua sorte, Gesù proseguiva la sua strada verso la morte espiratoria, che umilmente aveva preso su di sé. Portando il palo trasversale della croce, barcollò tra gli agnelli  e la folla pressante e cadde al suolo (era la strada che conduceva al tempio dove transitavano tutti quelli che  vi portavano gli agnelli  pasquali che dovevano essere macellati nel pomeriggio di quel 14 di Nisan).

La flagellazione l’aveva privato delle forze. Il centurione se ne accorse e immediatamente costrinse un contadino, sopraggiunto dai campi, a portare la trave.(Simone di Cirene)  . Si caricò della croce e la trasportò fino al Golgota, seguendo  Gesù per un 200 metri. Sembra che, più tardi, egli abbia fatto parte della comunità cristiana, perché nel Vangelo sono nominati i nomi di Alessandro e Rufo, suoi figli. (Marco 15,21). Nel 1942 fu scoperta nella valle del Cedron un’urna funebre, un ossario (urna contenente ossa), dentro un’antica tomba, che portava inciso il nome di “Alessandro, figlio di Simone il Cireneo“.

Il centurione responsabile dell’esecuzione salì la collina del golgota (calvario, luogo del cranio), alta quasi 12 m. Quest’area era una vecchia cava di pietra in disuso che Erode non aveva inserito nel parco. Il Golgota non  era che una collinetta lasciata lì nella cava, poiché consisteva di un conglomerato calcareo pieno di crepe e quindi inutilizzabile. Aveva la forma di un cranio, da qui il nome ( Golgolet =cranio). Viene  subito alla mente: La pietra scartata dai costruttori è diventata testata d’angolo (salmo 118,22).

Gesù sul Golgota

Ora il plotone di esecuzione arrivò sul luogo della crocifissione. Prima di iniziare il loro lavoro, i soldati offrirono a Gesù una bevanda inebriante, consistente in vino misto a mirra.Ma Gesù si rifiutò di berla. Nel Getsemani egli aveva detto “sì“ al calice della passione e vuole berlo a mente lucida e consapevole…………

I carnefici si accingono al loro crudele lavoro. D’improvviso le donne odono dal golgota  i colpi di martello e rabbrividiscono. Il condannato viene spogliato delle sue vesti, dalle ferite della flagellazione sgorga il sangue. Gesù giace ora a terra, le sue braccia vengono stese sulla trave orizzontale della croce e i chiodi conficcati in entrambe le articolazioni dei polsi.Vincendo il dolore lancinante con tutta la forza della sua volontà prega: “ Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno”(Luca 23,34). Era  l’ora terza (le nove del mattino) quando lo crocifissero( Mc 15,25)…

Mentre Gesù pendeva dalla croce, fu deriso dai passanti e dagli spettatori che si erano dati la pena di salire il basso colle del Golgota.

Gli scherni erano un commento all’insegna posta sopra il capo di Gesù: “Il Messia, il re d’Israele! Egli ha salvato altri, non può salvare se stesso! Scenda ora giù dalla croce; così vediamo e crediamo!”(Marco 15,32). Dietro a queste parole c’era la convinzione che la crocifissione di Gesù significava la confutazione tangibile della sua pretesa. Il vero Messia non sarebbe mai finito in quel modo, ma avrebbe annientato gli oppositori.

L’aria era opprimente. Lo sguardo offuscato di Gesù scrutava le mura della città dinanzi a lui, cercando il tempio al di là di esse. Il Dio del suo popolo, il cui nome lì dimorava, il padre suo, non lo trovò . Dio taceva. Con un ultimo sforzo Gesù si sollevò ancora una volta, appoggiandosi al chiodo dei piedi, e recitò le parole del salmo 22.  Di nuovo si accasciò e continuò a pregare.

Era in grado di pronunciare soltanto frammenti del salmo; non gli era rimasta la forza di pregare in modo continuo: “Tu sei lontano dalla mia salvezza, sono le parole del mio lamento……. Ma io sono verme, non uomo, infamia degli uomini, rifiuto del mio popolo“. È arido come un coccio il mio palato, la mia lingua si è incollata alla gola,…“.

Il quarto vangelo fa riferimento a tutto questo nella parola di Gesù: “ho sete“ (Giovanni 19,28)  Alcuni degli astanti non avendo capito le prime parole della preghiera dissero: “ Senti! Chiama Elia“. E uno corse a inzuppare una spugna di aceto e, postala attorno ad una canna, gli dava da bere dicendo: “vediamo un po’ se viene Elia a tirarlo giù“ (Marco 15, 35-37).

Lentamente il morente mormorò fra sé e sé:“Sei tu che mi hai tratto dal grembo, mi hai fatto riposare sul petto di mia madre. Al mio nascere tu mi hai raccolto dal grembo di mia madre, sei tu il mio Dio!“…

Egli stava in piedi con sua madre, sotto la croce; appoggiandosi al braccio del suo discepolo prediletto era salita sul colle con le altre donne di Galilea, quando l’ora della morte si era avvicinata…

Con uno sguardo verso orizzonti escatologici, egli recitò il finale del salmo 22:Annunceranno la sua giustizia; al popolo che nascerà diranno: “ecco l’opera del signore!“

Così termina il salmo e così l’evangelista fa portare a compimento al morente l’opera della vita:

“Tutto è compiuto“. E, chinato il capo, rese lo spirito(Giovanni 19,30)

La Risurrezione di Cristo

Le autorità religiose avevano chiesto la crocifissione di quell’uomo della Galilea, Gesù, il sobillatore, con uno scopo preciso: provare una volta per sempre l’erroneità degli insegnamenti del “falso profeta“. Chiunque è appeso ad un albero è sotto la maledizione di Dio (Deuteronomio 21,23), era un uomo eternamente abbandonato da Dio. La vita del Galileo era finita in modo così vergognoso che nulla di peggio era umanamente pensabile.

Già prima della venuta di Gesù, altre speranze messianiche erano sorte e morte di nuovo; sembrava che questa avesse perfino minori possibilità di sopravvivenza. L’episodio Gesù nella sua interezza fu valutato dalle autorità nel modo seguente: un altro completo fallimento di un innovatore religioso che finisce nel cumulo di spazzatura della storia, che uno può totalmente ignorare e dimenticare.

È vero, le opere gli insegnamenti di Gesù non avrebbero mai avuto una possibilità di sopravvivenza, se non fosse successo qualcosa di ordine totalmente diverso. Gli uomini e le donne discepoli di Gesù, in un modo del tutto inatteso, fecero un’esperienza sconvolgente:

“Gesù è vivo, è risorto!”

Nasce la CHIESA , il nuovo Israele erede della promessa. Viene meno l’elezione di Israele che viene letta  soltanto come preparazione e prefigurazione della missione della Chiesa.(Costituzione dogmatica sulla chiesa lumen gentium, 21 novembre 1964)

Per questo la chiesa subisce gravissime persecuzioni per due secoli, scherno, beffa anche da parte di molti scrittori, filosofi che i padri della chiesa si occupano di combattere. Il pericolo maggiore nasce però dal suo interno ed in particolare l’eresia gnostica= Gnosticismo. Anche il modernismo è eretico, lo stesso vuole distruggere la chiesa dall’interno. La gnosi  ha origine sinagogale  giudaica: Gesù non è vero Dio.

Edith Stein sul Golgota ad Auschwitz testimone della risurrezione.

 “Sono stato crocifisso con Cristo : non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me”! (Gal.2,19-21).

Il 9 agosto del 1942 , veniva uccisa ad auschwitz birkenau Edith Stein. Edith Stein è una ebrea vittima della Shoah, come milioni di suoi fratelli e sorelle. È anche una suora carmelitana, con il nome di Teresa Benedetta della Croce, una Santa della Chiesa cattolica, co-patrona d’europa è candidata al titolo di dottore della Chiesa.

Edith Stein vittima della Shoah

Giovanni Paolo II ha beatificato Edith Stein nel 1987 parlando di lei come di una figlia d’israele, che durante le persecuzioni dei nazisti è rimasta unita con fede ed amore al Signore crocifisso, Gesù Cristo, quale cattolica ed al suo popolo quale ebrea.

Il libro su Edith Stein dal titolo ”sulla storia di un’ebrea”, nella prefazione di una suora filosofa carmelitana, Cristiana Dobner, attiva nel dialogo ebraico cristiano, afferma che la sua conversione e la successiva canonizzazione risultano motivo di inevitabili e ben comprensibili imbarazzi e contrarietà da parte ebraica, nel timore di ambiguità insidiose e indebite cristianizzazione della Shoah. Husserl maestro di Edith Stein, grande guru della fenomenologia di inizio secolo reagì in modo sprezzante alla notizia della sua conversione e in una lettera a Roman Ingarden aveva scritto :” Ciò che lei mi dice sulla signorina Stein mi rattrista……….è un segno della miseria interiore nelle anime”.

Anche Husserl era nato ebreo, ma era cresciuto totalmente assimilato e indifferente alla vita ebraica, la sua irrisione alla notizia della conversione dell’allieva fu dovuta al fatto che scelse il vituperato e superstizioso cattolicesimo, invece del rigoroso e puritano luteranesimo. (Voglio ricordare a tal proposito che nelle religioni protestanti non si ha una legge morale oggettiva, tanto che l’aborto è visto come una libera scelta distanziandosi dalla posizione che ha chiesa Cattolica.  Anche nell’ebraismo abbiamo una ortoprassi molto flessibile, dove si contempla anche contraccezione ed eutanasia. Solo la Chiesa difende la legge naturale sulla quale è fondata la morale Cattolica. Più avanti capiremo perché questa precisazione andava fatta per comprendere la scelta di Edith Stain).

La Croce piantata ad Auschwitz

Secondo la testimonianza di una consorella di Edith Stein dopo lo scoppio delle brutali violenze antiebraiche nella cosiddetta notte dei cristalli (Novembre 1938) la Stein avrebbe detto: “È l’ombra della Croce che si abbatte sul mio popolo! Oh, se adesso potesse capire! È il compimento della maledizione che il mio popolo ha invocato su se stesso. Caino deve essere perseguitato, ma guai a chi tocca Caino“.

La croce è interpretata da Edith in senso quasi esclusivamente oblativo e sacrificale, cioè come partecipazione attiva dell’anima alla redenzione compiuta da Cristo. Nel suo testamento redatto il 9 giugno 1939 aveva scritto che la sua vita e la sua morte erano offerte a gloria di Dio per il bene della Santa chiesa e dell’ordine carmelitano e in espiazione per il rifiuto della fede da parte del popolo ebreo, affinché il Signore  sia accolto dai suoi e venga il suo Regno di gloria.

Papa Giovanni Paolo definisce Auschwitz il golgota di questo secolo.

Chi appartiene a Cristo, deve vivere intera la vita di Cristo: deve raggiungere la maturità di Cristo, deve finalmente incamminarsi sulla via della Croce verso il getsemani e il golgota… La natura divina da lui posseduta dall’eternità diede al soffrire e al morire un valore infinito e una forza redentrice. Il dolore e la morte di Cristo continuano nel suo corpo mistico e in ognuno dei suoi membri.

Innanzitutto bisogna ricordare che Edith si considera come figlia d’Israele  e ne rimarrà tutta la vita fiera, perché è il popolo di Cristo stesso :“Non si può neanche immaginare quanto sia importante per me, ogni mattina quando mi reco in cappella, ripetermi, alzando lo sguardo al crocifisso e all’effige della Madonna: erano del mio stesso sangue”.

Infatti, Edith non si è mai distaccata dal suo popolo, popolo scelto da Dio per preparare l’accoglienza del messia, ha saputo riconoscere in Cristo Gesù, il Salvatore promesso . Come ebrea, affonda le sue radici nel mistero dell’elezione, della vecchia alleanza del suo padre Abramo, in unione sponsale con  Cristo, Dio incarnato, salvezza delle genti. In lei le radici della prima alleanza si avverano pure in quella della nuova alleanza:

La chiesa vidi nascere
Dal seno del mio popolo
Dal suo cuore spuntare vidi poi,
Come tenero tralcio allor fiorito
L’immacolata lei, la tutta pura,
Di David discendente.

Ebraismo di Edith Stein = teologale compassione per il popolo ebraico

Il suo animo è perturbato dalla persecuzione nazionalsocialista. Dal primo istante, l’Ebraismo di Edith Stein si trasforma in una umana e teologale compassione per il suo popolo. In un famoso discorso di una notte gelida, Edith  racconta che aveva già sentito parlare in precedenza di crudeli provvedimenti contro gli ebrei ma all’improvviso gli apparve chiaro che Dio metteva di nuovo duramente alla prova il suo popolo e che il destino di quel popolo era anche il suo.

Scossa interiormente e inquieta, Edith cerca di capire. Chiede a Gesù la rivelazione di questo destino:

”…In quell’anno Santo 1933 alle 08:00 pm mi trovavo nella cappella del Carmelo di Colonia… Mi rivolsi al Redentore e gli dissi che sapevo bene come fosse la sua croce che veniva posta in quel momento sulle spalle del popolo ebraico: La maggior parte di esso non lo comprendeva, ma quelli che avevano la grazia di intenderlo avrebbero dovuto accettarla con pienezza di volontà a nome di tutti. Mi sentivo pronta… terminata l’ora Santa ebbi l’intima certezza di essere stata esaudita… Non sapevo ancora in cosa consistesse quella croce che mi veniva imposta.“

Queste testimonianze di Edith Stein rivelano bene che ama sempre il suo popolo, ma lo percepisce con gli occhi e il cuore di Cristo. Si rivolge a lui e vede che la sua propria croce è stata messa sulle spalle del popolo giudeo.

Edith esulta all’idea che la Chiesa  è nata dal popolo eletto, la cui pienezza di grazia sgorga dal cuore di Cristo. Non avendo penetrato il mistero del messia Gesù, il popolo eletto si è fatto logicamente nemico della sua croce ed è diventato oggetto di ludibrio e di disprezzo.

Il dialogo di Edith con la sua mamma, al ritorno dalla sinagoga dopo la preghiera dell’ultimo giorno della festa dei tabernacoli, ci fa fare passi in avanti nel sondare l’ebraismo della carmelitana -martire e i suoi aspetti teologici: alla domanda della mamma se si possa essere religiosi anche nella fede ebraica lei stessa risponde di sì soltanto se non si é conosciuto altro.

Cosa accadde dopo Cristo ?

Dopo Cristo nasce  un messianesimo carnale dove il messia sfuma sempre di più come persona diventando sempre di più popolo ebraico; e il Regno promesso diventerà sempre meno spirituale e sempre di più Regno che si compirà con il dominio di Israele sulle genti. Il Regno di Israele si instaurerà con un falso messia militante, guerriero, temporale che con uno scettro di ferro dominerà il mondo schiacciando la gente sotto il suo potere.  La chiesa vede questo tipo di messia carnale come l’anticristo: messia talmudico, rabbinico atteso dall’ebraismo talmudico e dal mondo sionista -massone.

Il popolo ebraico tradisce la sua identità

Israele sotto la croce

In questa luce, bisogna comprendere la poca fede del popolo ebreo nel messia e la loro inimicizia alla croce. Non si vuole condannarli né giudicarli, né rifiutarli bensì amarli e richiamarli a riconoscere in Cristo il vero Dio. In questo senso, Edith appartiene a quella stirpe di ebrei che hanno riscoperto in Gesù il Cristo, i tratti del messia, figlio di David, promesso da Dio ad Israele.

Infatti, sulla scia di San Paolo e degli apostoli, Edith Stein è convinta che la salvezza viene prima per i giudei e da loro si diffonde nel mondo. È in questo popolo che il verbo di Dio si è incarnato. Perciò il grande peccato degli ebrei per Edith, se si deve parlare di peccato, è di trascurare la loro missione e quindi di tradire la loro identità.

Avendo quindi presente alla mente che Edith Stein scopre il mistero d’israele sotto la croce, possiamo meglio capirla  quando collega la catastrofe degli ebrei con la passione del Messia . “Sotto la croce ho capito il destino del popolo di Dio, che fin da allora cominciava a preannunciarsi. Ho pensato che quelli che capiscono che tutto questo è la croce di Cristo dovrebbero prenderla su di sé in nome di tutti gli altri. Oggi so un po più di allora che cosa vuol dire essere sposa del Signore nel segno della Croce, anche se per intero non lo si capirà mai, perché è un mistero”.

Se il popolo ebreo soffre, è perché Cristo soffre. Nella catastrofe della seconda guerra mondiale, poi, non si tratta di una persecuzione classica, ma di una lotta contro il Messia e il suo popolo. Lei stessa  si offre con Cristo, per Cristo e in Cristo . Le parole di San Paolo esplicitano meglio la sua fede:” Io sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma è Cristo  che vive in me; e quella vita che ora vivo nella carne, la vivo nella fede del figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me”. (GAL 2,20ss).

Nazismo nemico della croce

Nemico della Croce, il nazismo si scagliò contro ogni religione e, particolarmente, contro la fede cattolica, come molte pratiche lo provano:  Limitazioni pastorali verso gli operai stranieri cattolici, cristiani; obbligo di imbandierare edifici sacri con bandiere del regime il 15 settembre 1935; misure contro operazioni finanziarie fatte da ecclesiastici per opere assistenziali o altrimenti benefiche, sotto il pretesto di esportazione di capitali o di sovvenzione di enti contrari al regime; rimozione dei crocifissi dalle scuole del 23 Aprile 1941; sequestro di catechismi contro l’ideologia nazista; divieto di critica pubblica; espropri di conventi; imposizione della scuola nazionalsocialista.

Nemico della Croce, il nazismo vede nel giudaismo, alla luce del suo materialismo Darwinianismo  sociale, il substrato materiale della Chiesa cattolica e del cristianesimo in genere: cercando di sterminare il popolo dell’alleanza, intende eliminare la chiesa, o come lo sostiene Teresa Benedetta, pensa realmente di uccidere Dio stesso.

Attraverso questo odio, la stessa Chiesa viene direttamente presa di mira.

Nemico della Croce il nazismo combatte Dio stesso e impianta il suo proprio culto che presenta come  la riforma futura, chiamata a sbarazzare il mondo dagli scettici valori cristiani e ad instaurare l’onore al posto dell’amore.  Nel distruggere il giudaismo per permettere la sopra razza, il nazismo stava distruggendo le fondamenta della religione cattolica.

Edith Stein racconta che quando aveva 16 anni ed era andata a Berlino come infermiera della Croce rossa, aveva dovuto giurare di considerare Hitler come il suo Dio e dovette firmare che non sarebbe andata più in chiesa. La chiesa e tutto il resto era soltanto un’impostura.

Edith Stein è fiduciosa che il Signore salverà il suo popolo ma che bisogna intercedere, consolata e sostenuta dal Signore  ella ne aveva già smascherato l’ideologia, denunciato la perversità e condannato l’opera satanica.. Ben prima che le SS l’arrestassero, Edith aveva già offerto la sua vita.

Edith Stein figlia di Israele,  fattasi figlia della Chiesa è figlia del Carmelo, predestinata a morire nel campo di sterminio di Auschwitz -Birkenau

Ha resistito fino alla fine abbandonata nelle mani di Dio, non si è lasciata vincere dalla paura nel suo momento estremo quando un rappresentante del regime nazista la spinge a declinare la sua identità cattolica ma Edith con fortezza grida “sono cattolica”, e il nazista rispose “Non  lo sei! Sei una sporca ebrea”.

Chi sono  e quanti sono i nemici del Golgota?

La chiesa cattolica sembra, oggi,  essere imprigionata in un copione: la giudaizzazione del cristianesimo. Facendo leva sulla trasformazione di Auschwitz da  luogo storico a luogo teologico nemico della croce. Si rovescia così e si sovverte la teologia cattolica di sempre. La tragedia vissuta dagli ebrei europei viene strumentalizzata, dagli ebrei sionisti, per odio contro il  sacrificio di nostro signore Gesù Cristo il quale, viene così posto nell’ombra, squalificato, vilipeso , offeso e oscurato.

Siamo di fronte alla presentazione teologica, da parte del mondo sionista ebraico, di un altro sacrificio che  vuole sancire nuovi rapporti tra la chiesa cattolica e l’ebraismo postbiblico.

La chiesa cattolica ha la propria essenza nel mantenere viva la tradizione con il suo passato, essa vive di questo rapporto su vari livelli: dottrinale, liturgico, devozionale. La rottura tra presente e passato, dove il presente viene assolutizzato riassorbendo in sé totalmente la sua memoria fino a cancellarlo, genera una rivoluzione che ha il compito di demolire i segni che ricordano il passato. Solo così si può giungere alla vittoria. Impedire di avere memoria del passato è tipico di un sistema totalitario il quale vive solo così: rileggere il passato alla luce del presente rivoluzionario.

La chiesa di oggi ha perduto la capacità di pensare il presente ricordando il passato. Per questo ho voluto richiamare una suora ebrea Edith Stein convertita al cristianesimo che rimette al giusto posto il vecchio Israele e la chiesa nascente dal sangue di Cristo. Vediamo insieme come gli ebrei post biblici hanno cercato di strumentalizzare la Shoah per odio  alla Chiesa.  Lo faremo prendendo in esame il primo documento ufficiale   del concilio Vaticano II  che  sancisce i rapporti tra l’ebraismo e il cristianesimo .

“Il fumo di Satana è entrato nella chiesa” Paolo VI

Genesi di NOSTRA AETATE (Nel nostro tempo)

La dichiarazione nostra etate è uno dei documenti del concilio ecumenico Vaticano secondo, la prima bozza, denominata Decretum de Judaeis (Decreto sugli ebrei)  completata nel novembre del 1961 da Giovanni XXIII, che ci dimostra, nella sua genesi, l’infiltrazione della massoneria- sionista nella Chiesa.

Il primo complotto contro la chiesa è stato quello del sinedrio che organizzò l’arresto, la condanna morte, la consegna ai romani di nostro signore Gesù Cristo; in ogni epoca ci sarà un complotto contro la chiesa cattolica, pertanto non siamo scandalizzati.

Ora cercheremo di capire la genesi di nostra etate dove 2221 padri conciliari la approvarono.

Come è stato possibile?

Rivoluzione  Francese che inebria l’ Ebraismo

Per arrivare a nostra etate dobbiamo partire , allora ,dalla rivoluzione francese che venne pianificata da più di 600 logge massoniche in Francia.  Gli  Ebrei ottengono durante la rivoluzione francese i diritti politici e civili che vengono letti  dal rabbinato francese come un segno messianico.   La drammatica persecuzione genocidaria della  Chiesa cattolica e il trionfo politico e civile degli ebrei li spinge a vedere, come prossimo, il ritorno in Terra Santa poiché il segno ricevuto è molto forte.

La rivoluzione francese fu una delle più sanguinarie e anti cattoliche di tutta la storia: in una Francia cristianissima il popolo ebreo ottiene un potere fino ad allora  impensabile.  Ecco che si inizia a pensare ad un messia ormai prossimo, un messia che eleva il male a bene e abbassa il bene a male.

La conquista della Terra Santa sarà la prova che la chiesa non è il nuovo Israele.

Nel 1904 San Pio X ricevette Hertz  Theodor che  gli chiedeva aiuto per un ritorno in Terra Santa.   Pio X che aveva chiarissimo il valore teologico e falsamente messianico della conquista della Terra Santa per Israele  sionista si rifiutò di appoggiarlo.  Quindi nel 1800 sanno già che andranno a prendere la Terra Santa ma devono cercare una modalità che possa permettere il raggiungimento dello scopo.

 Chiave della futura pace tra religioni secondo E.Benamozegh

Nel 1884, Elia Benamozegh, rabbino  livornese, pubblica un libro dal titolo “Israele e l’umanita”.  Egli mostra come l’ebraismo comprenda sia una dimensione particolaristica, rivolta al popolo d’israele, sia una dimensione universalistica, rivolta all’intera umanità e come proprio nel rapporto tra queste due dimensioni vi sia la chiave della futura pace tra le religioni.

Il rabbino livornese Elia Benamozegh

Elia, è un filosofo cabalista Italiano, ed è uno dei precursori del dialogo ebraico – Cristiano. Questo dialogo ebraico– talmudico- massonico   con il cristianesimo  viene perseguito per distruggere la Chiesa.

È necessaria una religione  universale  per distruggere la chiesa

Di quale religione universale parla?

Della  religione universale che nasce con Noè e il diluvio: è noto che la dottrina religiosa ebraica costruisce intorno al nome di Noè e dei suoi discendenti una dottrina di doppia legge e doppia salvezza.  L’umanità intera non può sfuggire al giogo della legge divina, che si esprime in almeno 7 principi essenziali.  Questi principi sono espressi in tradizioni orali rabbiniche che si basano su riferimenti scritturali.  Ci troviamo di fronte ad una religione Noarchica Universale delle genti :

  • Divieto di ogni culto estraneo a quello monoteistico;
  • Divieto della bestemmia ( considerare Dio nostro signore Gesù Cristo, perché per i rabbini post biblici questa è una bestemmia e di conseguenza idolatra. Ci sarà sempre posto per un Gesù uomo buono, illuminato che non potrà mai essere Dio)
  • Obbligo di costruire corti di giustizia o tribunali internazionali
  • Divieto dell’omicidio
  • Divieto del furto
  • Divieto dell’adulterio e dell’incesto
  • Divieto di mangiare carne presa da un animale vivente.

 Si richiede alla Chiesa di professare la nuova religione universale unificata dal giudaismo (Noè).

La chiesa, secondo il rabbino di Livorno, dovrà evangelizzare con questa nuova religione ricca di umanitarismo, patrimonio comune di tutta l’umanità civile.

La chiesa diventa utile per il raggiungimento di questo scopo il cui fine non è più soprannaturale anzi diventa del tutto immanente, terrena, politica e giuridica, di diffusione dei diritti dell’uomo.

Nelle leggi Noachidi il concetto di primato petrino va ridefinito: per  il rabbino livornese è necessario riconciliare il giudaismo con il cristianesimo mettendo il giudaismo al centro della religione universale unificata.

 Questo è il punto chiave di nostra etate

Julius Isaac: disprezzo Chiesa Cattolica perché responsabile dell’antisemitismo

Alla fine della seconda guerra mondiale il rabbinato inglese e statunitense saranno determinanti per il futuro dello  Stato di Israele, non dimentichiamo che i due paesi sono usciti vincitori dalla guerra mondiale.

Julius Isaac, ebreo ateo comunista, storico francese, uno dei più grandi visionari dell’intesa cristiano ebraica dopo la seconda guerra mondiale e pioniere delle amicizie ebraico cristiane.

A causa delle leggi razziali antiebraiche, nel 1940, all’età di 63 anni, viene rimosso dall’ufficio ed espulso dal mondo della scuola. È costretto a nascondersi in varie regioni della Francia, principalmente ospite dei figli.  Questi eventi tragici gli gettano addosso una nuova missione: scavare nelle radici religiose dell’antisemitismo europeo.

Il 7 ottobre del 1943, in un momento di sua casuale assenza, la gestapo irrompe nella sua stanza d’albergo e arresta la moglie, mentre la figlia, il cognato e uno dei figli, implicati in una rete della resistenza, vengono arrestati.  Tutti saranno deportati ad Auschwitz e lì assassinati, tranne il figlio che riuscirà a fuggire.  In questa condizione drammatica Isaac inizia uno studio alla ricerca delle cause dell’antisemitismo .

Conferenza di Seelisberg:  necessario un programma comune ebrei e cristiani

Organizza una conferenza In Svizzera nella cittadina di Seelisberg (conferenza di cristiani ed ebrei) dove  dal 30 luglio al 5 agosto 1947 esponenti di alto livello del clero cattolico e del mondo protestante si incontreranno.

La tematica su cui si confronteranno  di cui Isaac è il regista sarà un suo scritto dal titolo  “antisemitismo cristiano”  che  con i suoi 18 punti sarà alla base della discussione tra i partecipanti teologi, sacerdoti cattolici e 30 protestanti.

Precisiamo che il  cristianesimo non poteva essere antisemita, non può essere presente l’odio per una razza, che invece è una visione darwiniana ed un retaggio della teoria dell’evoluzionismo, ma invece sarebbe giusto definirlo antigiudaismo teologico.

 Nasce un documento di 10 punti di Seelisberg, Ancora oggi carta fondante del dialogo  ebraico cristiano.

Non  li analizzeremo tutti e 10 ma soltanto 2 i più significativi:

  • bisogna evitare di abbassare il giudaismo biblico e post biblico al fine di esaltare il cristianesimo. Bisogna evitare di presentare la passione in modo tale che l’odiosità della messa a morte di Gesù ricada su tutti gli ebrei.
  • Evitare di utilizzare l’opinione empia che il popolo ebreo sia riprovato, maledetto, riservato per un destino di sofferenza.

Isaac conduce tutto il convegno alla luce della categoria del disprezzo della Chiesa cattolica, responsabile dell’odio contro gli ebrei e la chiesa cattolica con il suo apparato teologico. Il suo impegno perché il documento di Seelisberg diventi un programma comune di ebrei e cristiani lo porta ad un brevissimo incontro con Papa Pio XII durante un’udienza pubblica a Castel Gandolfo il 16 ottobre 1949.

Anche lo storico ebreo Leon Polyakov, francese di origine russa, noto soprattutto per i suoi lavori sul genocidio ebraico e sull’antisemitismo scrisse un libro ” il breviario dell’odio” , opera basata essenzialmente sugli archivi dei processi di Norimberga accusando la chiesa di antisemitismo. Poliakov fu anche uno dei primi a criticare il comportamento di Papa Pio XII nei confronti della Shoah,  la chiesa cattolica viene ritenuta responsabile delle persecuzioni antisemite del 900.

Questa lettura è assolutamente insostenibile anche se proprio storicamente contestabile.

I 10 punti invitano a modificare la stampa manualistica e le pubblicazioni sia in ambito scolastico che seminariale in senso filo- ebraico un modo esplicito diretto e chiaro.

Partecipa indirettamente  al convegno anche Jacques Maritain  con un testo molto forte e che è uno dei più importanti intellettuali francesi insieme a Charles Peguy  e Leon Bloy della nuova lettura del rapporto con il cristianesimo  e l’ebraismo.

Sulla scia di questo primo incontro si ha  una serie di atti, una serie di ulteriori incontri e conferenze perché tutto il dialogo successivo, in un certo senso, sarà basato proprio sul primato della prassi piuttosto che su grandi momenti dottrinali.  Si instaura una nuova prassi, la prassi  del dialogo  ed è qui, per la prima volta, che compare l’uso capzioso e scorretto di quel passo della lettera ai romani in cui si dice che i doni di Dio sono irrevocabili, questo sarà il cuore di “nostra aetate” e di fatto verrà usato a sproposito .   

Chiesa accusata dai massoni-ebrei di antisemitismo

La chiesa non potrà mai essere antisemita, non può dimenticare la sua  Santità che la spinge a non disprezzare, a non odiare ma anzi ad avere carità verso tutti ed in particolare verso il mondo ebraico perché rimane un popolo che Dio aveva eletto per donarci nostro Signore attraverso la Vergine Maria.

Ma una parte del popolo ebraico  ha rifiutato Cristo messia consegnandolo alla morte di croce: il popolo ebreo post biblico, ebreo askenazita  (Hitler presunto aschenazita ebraico pure lui) odia profondamente  il cristianesimo; non dimentichiamo che la persecuzione dei primi anni della Chiesa avviene in ambiente giudaico.

Delegazioni ebraiche sempre più spesso in vaticano

I tempi che preparano il concilio Vaticano secondo vedono  numerosi incontri tra delegazioni ebraiche ed esponenti della chiesa cattolica. Dal 2005 ad oggi nessun altro gruppo ha avuto così costantemente accesso agli incontri a Roma con il Santo padre.

In tutti gli incontri tra delegazioni massoniche, para massoniche-sioniste-ebraiche, non compare mai il nome di Gesù Cristo, né compare mai l’invito a convertirsi.

Le concessioni dottrinali che la Chiesa cattolica ha fatto nei confronti del mondo ebraico sono state sempre crescenti; sono state a senso unico.

Il 17 gennaio durante la visita di Papa Francesco alla sinagoga di Roma Il rabbino capo Riccardo Di Segni si rifiuta di discutere di teologia con la chiesa cattolica:“Non accogliamo il Papa per discutere di teologia. Ogni sistema è autonomo, la fede non è oggetto di scambio e di trattativa politica“.

Obbiettivo : rovesciare la fede, in Cristo Gesù nostro Signore, della chiesa cattolica.

Da sempre la teologia cattolica sottolinea il suo rapporto con il mondo ebraico che nega Gesù e che rimane legato all’antica alleanza.  La dottrina perenne, perché infallibile, dei padri della chiesa, vede nella chiesa il nuovo Israele e  non rimane un vecchio Israele accanto alla chiesa poiché, quest’ultimo, non ha riconosciuto ciò per cui era stato eletto: preparare ad accogliere Cristo.    Non  così   sarà per Edith Stein come già spiegato, che  invece accoglierà il cristianesimo e donerà la sua vita per amore a Cristo, alla Chiesa e al suo popolo.

Il mondo ebraico si potrà salvare solo se si convertirà e riconoscendo Cristo come Messia mandato dal Padre, si farà battezzare.

La missione della chiesa verso tutti i popoli è l’evangelizzazione: andate ed ammaestrate tutte le genti dice Gesù. Pregare e richiamare a conversione il popolo ebreo fa parte della missione che Cristo ha affidato alla santa Chiesa. Ricordiamo la predicazione di San Bernardino da Siena nei ghetti ebraici per invitarli a conversione riconoscendo  in Cristo l’unico salvatore. Non c’è salvezza se non in Cristo, se uno potesse salvarsi senza riconoscere Cristo anzi considerando Cristo nemico, la religione cristiana non sarebbe vera.

ONU proclama lo stato di Israele

Dopo  questo primo incontro l’Onu proclama lo stato di Israele che alcuni mesi dopo dichiara l’indipendenza con la prima guerra israeliana -palestinese. Si  arriva così lentamente a nostra aetate: Isaac è partito per questa crociata e questa crociata avrà come punto culminante l’approvazione con 2041 placet, 88 non placet, tre voti nulli, il 26 ottobre 1965 della dichiarazione nostra aetate. Isaac prosegue i suoi incontri ad altissimo livello con Giovanni XXIII che promette di fare qualcosa, chiede:  “posso sperare in qualcosina?“.

Il Papa risponde “lei può sperare in molto più che in qualcosa” . A questo punto Giovanni XXIII affida il cardinal Bea il compito di creare una commissione; siamo nel 1960, quindi prima, ancora prima che inizi il Concilio, per studiare la questione del rapporto col giudaismo e produrre un documento utile ai padri.

Incontri segreti e inquietanti nel sottosuolo

Iniziano  una serie di incontri inquietanti fra Bea e una serie di esponenti ebrei, il primo è  Nahum Goldmann, presidente del Congresso ebraico mondiale.  Bea si fa consegnare da Goldman un memorandum sulle aspettative degli ebrei dal Concilio che sta per aprirsi; Bea consegna questa bozza al Papa e di fatto questo documento è praticamente  la  bozza di nostra aetate.

Abbiamo un’altra testimonianza abbastanza incredibile, il giornalista Lazare  Landau in alcuni articoli, usciti nel 1986  in Francia, ci racconta questo particolare incontro:  “in una glaciale serata dell’inverno 1962 mi recai nel centro comunitario della pace di Strasburgo, i dirigenti ebrei ricevevano in segreto nel sottosuolo un inviato del Papa, padre Congar, incaricato da Bea a nome di Giovanni XXIII di chiederci ciò che ci aspettavamo dal Concilio“.

Gli  ebrei chiedevano la loro completa riabilitazione: “il Concilio consentì ai nostri auspici “. La dichiarazione di nostra aetate costituì una vera rivoluzione nella dottrina della Chiesa sugli ebrei, una mutazione totale.

Questa testimonianza è una importante testimonianza di incontri segreti, conciliaboli ignoti dove  viene chiesta la riabilitazione del mondo ebraico.

La riabilitazione c’è stata, la chiesa ha accettato una mutazione totale. A  volte chi è fuori dalla chiesa dà testimonianze che sono in un certo senso anche più forti e più oneste di quelle che si hanno all’interno.  Ma vi è un’altra testimonianza, se vogliamo, ancora più inquietante : il presidente del comitato ebraico mondiale afferma che nel gennaio del ’62  Bea si lamentò del fatto che il gran rabbino Jacob Kaplan parlando  con lui aveva manifestato di conoscere il fine del Concilio dichiarando che fosse  l’unione fra i cristiani e per questo motivo, gli ebrei non avrebbero partecipato.

Bea con un pò di ironia si stupiva che i rabbini europei conoscessero con tanta esattezza il fine del Concilio, ciò che era ignorato dalla maggior parte dei cristiani.  Mentre era in corso tutto questo esce il dramma Il Vicario  di Rolf Hochhuth, dramma che è un monumento alla falsificazione della storia ma che fece grande scalpore a livello mondiale.

Fu il primo grande atto d’accusa pubblica  che il mondo ebraico lanciò verso Pio XII. Fu  un elemento di pressione, uscì proprio in un momento particolarmente delicato. Siamo  già di fronte a qualcosa di incredibile, abbiamo un Concilio che chiede agli ebrei di dire che cosa si aspettano che si dica di loro da parte della Chiesa cattolica.  Chiaramente tutto ciò, quanto al metodo, anche lasciando stare il merito, non ha assolutamente nulla di cattolico; non è certo un metodo che sia condivisibile quello di chiedere a colui  che devi anatemizzare cosa devi dire di lui

Nostro Signore Gesù consegnato di nuovo in questi sottosuoli

Questi  conciliaboli segreti  fanno pensare al primo grande conciliabolo  nel Vangelo di Luca  capitolo 22 versetti 3 e 6  che ci dicono “ Satana entrò in Giuda, chiamato  Iscariota, uno dei 12 il quale andò a combinare coi principi dei sacerdoti e coi capitani del popolo sul come darlo nelle loro mani. Essi se ne rallegrarono  e patteggiarono di dargli del denaro  “.  Fatte le debite proporzioni, sembra di  essere  proprio di fronte a questo, uno dei 12 che va a consegnare nelle loro mani nostro signore Gesù Cristo, il nostro signore Gesù  in questi conciliabili e in questi sottosuoli.  Anche all’hotel Planet di New York ci fu un incontro  segreto.

Nostra aetate si apre con alcune constatazioni ,la prima è che il genere umano si unifica, l’unità del genere umano; non dimentichiamo Bonamosegh “ il mondo si sta unificando e deve unificarsi”.  La chiesa deve essere attrice fondamentale di questo processo  con  la produzione di sussidi che sottolineano fortemente l’ ebraicità di Gesù, esortando  i cristiani ad  un cammino di conversione che, a partire dal dramma della Shoah, li porti a riconoscere gli atteggiamenti colpevoli di anti giudaismo che hanno caratterizzato per due millenni il loro rapporto con gli ebrei.

Padri della Chiesa poco attenti?

Probabilmente  i padri della Chiesa  non erano stati abbastanza attenti e anche Nostro Signore, nei tanti passi in cui condanna coloro che lo rifiutano, non aveva scrutato abbastanza bene il suo rapporto con tutto il mondo ebraico. Nell’ultimo passo ci colpisce che nostra aetate pone l’accento su quello che si ha in comune. Questo pone molti problemi, perché è chiaro, si possono avere cose in comune con tutti  ma la chiesa ha sempre guardato soprattutto a ciò che divide, proprio per amore alla carità perché la più piccola perdita della fede equivale a perdere tutta la fede.  Non è quindi possibile semplificare guardando ciò che  ci unisce, guardando le comunioni non piene, per esempio, con  gli eretici .

Il sacro Concilio ricorda  il vincolo per cui  il popolo del nuovo testamento è spiritualmente legato con la stirpe di  Abramo e qui già molti esegeti hanno fatto notare che è un grossissimo cedimento, perché la chiesa non può avere rapporti con stirpi o razze. La  chiesa intanto  ha rapporto con tutti gli uomini e nella stessa nostra aetate quando parla delle altre religioni non parla mai di stirpe ma di altre religioni: induismo, buddismo, Islamismo.

Pretese del popolo ebraico

Qui invece parla di stirpe che è un implicito riconoscimento del fatto che il popolo ebraico post biblico, considera la sua stirpe come stirpe sacra sacerdotale ed eletta e pretende quindi che la chiesa lo riconosca nei suoi documenti.   Infine l’equivoco già citato sul fatto di non  distinguere fra  ebrei credenti nel Cristo venturo ed ebrei appunto del mondo post biblico.

Ma il punto  chiave, il sofisma fondamentale,  secondo l’apostolo, dice nostra aetate,  è che gli ebrei in grazia dei padri rimangono ancora carissimi a Dio e i cui doni e la cui chiamata sono senza pentimento, sono irrevocabili  ( romani 11 ,27-29 ). Questo  passo è citato praticamente incessantemente, continuamente, è diventato una sorta di  mantra, di suono quasi incessantemente citato in ogni saluto, in ogni incontro si dice sempre questa cosa : “i doni di Dio e la chiamata di Dio sono irrevocabili sono senza pentimento “.

È vero Dio non può mutare quindi il suo decreto è immutabile ma evidentemente questo dono perché sia operante deve essere accolto, e questo dono, è il dono di essere il popolo chiamato a riconoscere, accogliere, adorare nostro Signore Gesù Cristo. L’elezione non è sganciata da questo riconoscimento del Messia e quindi non viene meno la chiamata ma la chiamata non è stata corrisposta. Certo la chiamata rimane e palpiterà, per così dire, segretamente, inquieterà la mia vita luminosamente.

Il mondo ebraico rivendica il carattere asimmetrico del rapporto ebraico cristiano: Il cristiano non può fare a meno di Israele; l’ebreo, se non vuole negare la propria fede, deve fare a meno del Cristianesimo ( Riccardo Segni)

Lo  sguardo della Chiesa cattolica deve cambiare sul mondo  ebraico.  Per  la prima volta compare l’idea che si adori lo stesso Dio: ebrei post biblici talmudici e cristiani adorano  lo stesso Dio e questo va insegnato ai cristiani tutti,  c’è un’insistenza incredibile sulla ebraicità di Gesù sottolineata in modo chiaramente distorto.

La “Nostra Aetate”…..del “nuovo (dis)ordine terminale

Nostra etate, possiamo affermare, ha un grosso problema, non focalizza il punto chiave creando grosse ambuiguità e confusioni:  non precisa   che c’ è la frattura molto netta fra la fede di Mosé e dei patriarchi, dei profeti che hanno creduto in Cristo venturo e gli ebrei post biblici-sionisti-massoni. Gli ebrei dell’antica alleanza credendo nel Salvatore promesso sono stati liberati da Cristo, dopo la sua morte, quando discese agli inferi e aprì per loro le porte del  paradiso che fino ad allora erano  rimaste chiuse. La credenza religiosa dell’ebraismo postbiblico, ebraismo talmudico, cabalista, esoterico e anticristiano  sionista è altra cosa dall’antica alleanza dei giusti che credevano in Cristo venturo.

Gesù infatti si lamenta su Gerusalemme,  piangendo dice: “Gerusalemme, Gerusalemme, non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata da Dio, dai patriarchi, dai profeti (Luca 19,41-44).

Il miglior teologo del concilio spiega perché il popolo ebraico, ancora oggi, può essere chiamato deicida.

Monsignor Luigi Maria Carli, vescovo di Segni durante il tempo del concilio era considerato la voce “ufficiosa”.  Teologo canonista  ben preparato,  nei suoi interventi  domandò sempre che la dottrina fosse formulata nella fedeltà alla tradizione e al magistero della Chiesa.

Considerato  uno dei migliori teologi del Concilio  dimostrò con estrema carità, dolcezza, semplicità ma anche lucidità teologica da grande scolastico, il perché ancora oggi può essere chiamato popolo deicida, popolo riprovato da Dio e popolo da Dio maledetto.

Lo dimostra con l’appoggio a tutta la tradizione e facendo una distinzione chiave che bisogna distinguere fra colpa individuale e responsabilità collettiva di ordine giuridico dove, in questo caso, in effetti, la colpa, per esempio dei capi del sinedrio e dei capitani del popolo, può far sì che tutto il popolo contragga un debito e debba quindi anche essere sottoposto alla corrispondente sanzione.

Così la riprovazione, mostra Carli, non è una riprovazione da intendersi come se ogni singolo ebreo nato nella storia sia  riprovato da Dio  ovvero reprobo, ovvero, predestinato  alla dannazione eterna. È assurdo, perché Dio dà a tutti, anche agli ebrei post biblici, la grazia sufficiente di salvarsi : quindi  ogni singolo ebreo può ovviamente salvarsi convertendosi al Cristo ma, il popolo ebreo, in quanto tale, in quanto rifiuta Cristo, non è più il popolo che Dio benedice, non è più un popolo che Dio può benedire. È un popolo riprovato.  Chiudiamo accennando a quello che è accaduto  dopo il Concilio.

Nascono amicizie giudaico cristiane

Diciamo ciò che ci unisce, non diciamo ciò che ci separa

Dopo il concilio si ha la prassi, la prassi del dialogo. La prassi ha uno schema preciso, nascono delle amicizie giudaico cristiane ci sono incontri incredibili, giornate del dialogo,17 gennaio, dove ogni vescovo fa degli incontri con i rabbini basati sul principio “diciamo ciò che ci unisce, non diciamo ciò che ci separa”o non toccando i temi sensibili, nascondendo, magari, la croce pettorale per non offendere la sensibilità del corrispondente interlocutore.

La prassi avanza, la prassi diventa documenti delle conferenze episcopali, con due conferenze episcopali la francese e  l’americana, sempre all’avanguardia nel fare dichiarazioni incredibili, avanzatissime: non ci sarà mai più missione verso  gli ebrei, gli ebrei non devono convertirsi, la loro alleanza è ancora valida. Roma  traccheggia, però alla fine  la curia romana  si pronuncerà.  Nel 1974, sulla scia delle dichiarazioni francesi -americane ,arrivano gli orientamenti e i suggerimenti per l’applicazione della dichiarazione nostra aetate.

Guai grossi in arrivo

Qui   arrivano  i guai grossi   con le applicazioni che sono sempre molto più dolorose . Si dice : “ a un certo punto i cristiani si sforzeranno altresì parlando con gli ebrei di comprendere le difficoltà che l’anima ebraica prova davanti al mistero del verbo incarnato, data la nozione molto alta e molto pura che essa possiede della trascendenza divina.” Poiché siamo difronte ad una religione  particolarmente pura e alta della trascendenza di Dio, parliamo con un certo pudore del fatto che il nostro Signore  è vero Dio perché, sennò, offendiamo il loro senso della trascendenza.

Segue poi un passo inquietante : è evidente che i testi biblici non possono essere cambiati (che poi non è vero perché li stanno cambiando)  ma si può in una versione destinata all’uso liturgico rendere esplicito il significato tenendo conto dei più recenti studi esegetici”.  Semplificando il curialese : “traducete la passione soprattutto in modo che non offende i nostri fratelli maggiori divenuti rapidamente nel breve volgere di un pontificato padri nella fede “ .  Oltre ai  padri della Chiesa  adesso abbiamo anche i padri nella fede ?

Nel 1985 escono i sussidi,  aiuti  per una corretta presentazione degli ebrei e dell’ebraismo nella predicazione, nella catechesi. Ora dire che nel 1985  arrivano i sussidi, finalmente, per una corretta presentazione dopo 2000 anni di cristianesimo ecco non sarà un’offesa, anzi  rallegrerà i padri nella fede ma rattristerà i padri della Chiesa, per tornare al nostro gioco di parole. Qui  c’è qualcosa di inquietante . Si dice: “ non si tratta solo con la nuova catechesi di sradicare dalla mente dei nostri fedeli residui di antisemitismo che ancora si trovano qua e là” (sembra la psicopolizia di orwell ,il ministero della verità che deve sradicare dalla mente, è un linguaggio quasi psichiatrico, è inquietante  sradicare dalla mente ) .

Poi  dice “ Nulla vieta, nulla sottrae il valore dell’antico testamento nella chiesa e non vieta che i cristiani possano a loro volta utilizzare con discernimento le tradizioni di lettura ebraica” .

Cosa devono fare i cattolici secondo gli ebrei- talmudici-sionisti?

Cosa  devono fare i cattolici ?

  • Esercitare la prassi poiché la dottrina impedisce una vera comunione, una vera amicizia. L’amicizia è nemica della dottrina, la dottrina è nemica dell’amicizia .
  • Assumere la responsabilità di preparare il mondo alla venuta del messia operando insieme per la giustizia sociale, per il rispetto dei diritti della persona umana e  delle nazioni, per la riconciliazione sociale e internazionale .

Non è un linguaggio cattolico

Si parla di  venuta del messia e non di ritorno del messia, questo non è un linguaggio cattolico, questo non è il linguaggio della Chiesa cattolica apostolica Romana.  È il linguaggio di qualcosa altro, di qualcun altro perché il messia è già venuto e il Regno che ha promesso non è il Regno dei diritti dell’uomo non è l’Onu-

Il punto decisivo è questo: la commissione biblica tuttavia non poteva nel suo lavoro di riflessione sul rapporto fra Bibbia cristiana  e Bibbia ebraica, prescindere dal contesto del nostro presente,  nel quale, il dramma della Shoah ha collocato tutta la questione in un’altra luce. Qui  luce vuol dire in un’altra dottrina.  

Nasce  una nuova dottrina. Si  capisce che un fatto storico, per quanto drammatico non potrà mai modificare alcun principio teologico e non potrà modificare i dogmi che la Santa chiesa cattolica ha il mandato divino di custodire, incorrotti nei secoli e nei millenni. Non ci potrà mai essere nessun fatto storico che possa modificare il dogma cattolico . Questo bisogna gridarlo dai tetti o inizieranno a gridarlo le pietre, per usare il passo così vero del Vangelo.

Esce il più grave documento  del pontificio consiglio della giustizia e della pace per la gioia della massoneria-sionista

Quando, però, si abbandona la dottrina  si viene confusi ad  ogni livello morale, sociale, politico, e  così, pochissimo tempo fa, è uscito un documento del pontificio consiglio della giustizia e della pace per una riforma del sistema finanziario monetario internazionale nella prospettiva di un’autorità pubblica a competenza universale. Invito i lettori a leggerlo e vedrete che, praticamente, qualunque massone del passato, nel suo sogno più perverso di governo mondialista, non avrebbe potuto desiderare un documento più radicale di questo, con un inno all’onu, alle sue milizie, ai suoi caschi blu, alla possibilità insomma di vedere sfruttare già queste strutture che stanno manifestandosi.

Ecologia, migrazioni, biodiversità, clima, giornata mondiale per la salute, urgenza della vaccinazione, transizione energetica, obbiettivi ONU 2030 sono le iniziative improntate soltanto sulla prassi. Probabilmente è il documento più grave che sia uscito  da un pontificio consiglio negli ultimi anni  perché si capisce che davvero, ahimè, il  progetto sinistro, sottile e inquietante di Benamozegh  sembrerebbe essere in corso d’opera molto avanzato.

di prof. ssa Paola Persichetti – ricercatrice di Cristianesimo ed Ebraismo.

Paola Persichetti, oltre ad essere presidente dell’Associazione Trilly APS  La Gente come Noi Terni e già leader del comitato spontaneo La Gente come Noi nella lotta contro l’imposizione di Green pass e Vaccini obbligatori, è Laureata in Lingue e Letterature Straniere, inglese, francese, lingua e Cultura ebraica, all’Università di Perugia con  110/110, bacio accademico e menzione d’onore.  Corso di storia e del Cristianesimo antico, università Perugia. Master universitario in fonti, storia, istituzioni e norme del Cristianesimo ed Ebraismo.

QUEI PRETI SUL LETTINO DELLE DISCEPOLE DI FREUD! Anche il Papa consultò un’Esperta di Psicanalisi: Scienza creata dal Sionista Massone AntiCristiano

QUEI PRETI SUL LETTINO DELLE DISCEPOLE DI FREUD! Anche il Papa consultò un’Esperta di Psicanalisi: Scienza creata dal Sionista Massone AntiCristiano

Indice dei contenuti

di prof. ssa Paola Persichetti

Paola Persichetti, oltre ad essere presidente dell’Associazione Trilly APS  La Gente come Noi Terni e già leader del comitato spontaneo La Gente come Noi nella lotta contro l’imposizione di Green pass e Vaccini obbligatori, è Laureata in Lingue e Letterature Straniere, inglese, francese, lingua e Cultura ebraica, all’Università di Perugia con  110/110, bacio accademico e menzione d’onore.  Corso di storia e del Cristianesimo antico, università Perugia. Master universitario in fonti, storia, istituzioni e norme del Cristianesimo ed Ebraismo.

N.B. Inchiesta esclusiva ed esaustiva sulle origini delle devianze religiose, esoteriche, psicosociali e sessuali prodotte dalla psicanalisi inventata dal massone sionista e anti-cristiano Sigmund Freud. Da leggere integralmente. Essendo un’analisi complessa e lunga meglio leggerla per capitoli se si ha poco tempo. 


Aveva 42 anni, Papa Francesco, quando andò in analisi con una psicoterapeuta donna ed ebrea. “Una persona buona“ raccontò il pontefice nel 2017, una signora che “per sei mesi mi ha aiutato molto“. La Commissione Episcopale per il Clero suggerisce che nella formazione dei futuri sacerdoti sia previsto un confronto con uno psicologo – meglio se di sesso femminile – per trattare materie come affetto e sessualità.

CEI: sedute dallo psicologo per affrontare Affetto e sessualità, meglio se con una terapeuta donna

La Conferenza Episcopale Italiana guidata dal cardinale Matteo Zuppi già dall’ottobre del 2022 decise la stesura di una nuova “ratio nazionalis“ per la formazione nei seminari d’ Italia, dei futuri presbiteri. L’introduzione di questa figura nel mondo ecclesiastico viene sdoganata dallo stesso Papa Francesco già a partire dal 2017 consolidando una modalità di verifica vocazionale già praticata in maniera ufficiosa.

Mai un vescovo di Roma aveva dichiarato di aver fatto ricorso alla scienza e alla competenza di una discepola di Sigmund Freud.

Giovanni XXIII, il Papa buono, con la psicanalisi è stato tutt’altro che tenero al punto che nel 1961, attraverso il Santo Uffizio, vietò al clero di praticare l’analisi e ai seminaristi di sottoporvisi.

Qualche tempo prima del suo monito, negli anni 50, in centro America, vi era stato un esperimento nel seminario di Cuernavaca, dove il priore benedettino, Don Grégoire Lemercier, aveva introdotto la psicanalisi nel percorso di discernimento e formazione dei  seminaristi. Il risultato fu che la maggior parte di questi giovani, proprio alla luce delle sedute di analisi, abbandonò il seminario.

Papa Francesco avrebbe potuto evitare una confidenza così intima oppure la sua dichiarazione voleva riconoscere un debito nei  confronti della psicanalisi? Voleva forse abbattere la contrapposizione fra la religione e la psicanalisi? Cerchiamo di comprendere il vero ruolo che ha avuto la psicanalisi  , è che ha ancora , nel processo di smantellamento ,di sovvertimento e smantellamento della teologia Cattolica.

  • Perché la psicanalisi viene scelta per verificare la vocazione?
  • Rapporto tra la psicanalisi e la religione
  • Il lettino del terapeuta sostituisce il confessionale.

Comprendere il nostro tempo è possibile anzi doveroso tenendo in debito conto qual è l’egemonia culturale che ha saputo conquistare la psicanalisi. Voglio raccontare una storia segreta, poco nota, una spiegazione del codice  profondo che opera in questa disciplina” La psicanalisi”.

Il vertice del pensiero occidentale, il punto di massimo sviluppo e di massima profondità e chiarezza è la figura di San Tommaso d’Aquino. La modernità è segnata da una crisi di questo edificio straordinario , crisi  che parte già dall’umanesimo e dal  Rinascimento avendo  come punto di partenza il  gran ducato di Toscana  (nel periodo dei Medici, argomento che abbiamo  già affrontato in un articolo precedente) e poi da lì continuare il suo percorso in tutta Europa. Il filo conduttore, molte volte, anzi per la maggior parte delle volte, ben celato è la cabala ebraica.

Cosa intendiamo per mondo ebraico

Per proseguire nella nostra analisi è necessario chiarire che cosa intendiamo quando parliamo di mondo ebraico. Non intendiamo alludere ad una stirpe o razza, o appartenenza ad una etnia ma ciò che intendiamo riferirci ad una religion .

Ebreo o mondo ebraico allude a chi anche dopo la venuta di Cristo Continua a negare la dignità di nostro signore Gesù Cristo e ama sentirsi o pensarsi come legato all’antica alleanza Considerata ancora in vigore.

La teologia tradizionale ha sempre insegnato che il popolo ebraico era sì, il popolo eletto, ma eletto ad accogliere il Messia, il Salvatore. La maggioranza del popolo ebraico rifiuta e non riconosce in Gesù Cristo il Messia; solo un piccolo resto lo riconosce. Questo piccolo resto è la Chiesa, il nuovo Israele (nome derivante dal patriarca Giacobbe, figlio di Isacco, figlio di Abramo), il popolo della nuova ed eterna alleanza di cui la vecchia alleanza era solo figura e preparazione.

Il mondo ebraico che nasce dopo la distruzione del tempio della Giudea con Tito e con Adriano è l’ebraismo talmudico, cabalista, esoterico, anticristiano.

Pertanto quando parliamo di mondo ebraico ci riferiamo all’ebraismo postbiblico, talmudico che elabora un messianesimo carnale, temporale, militante, guerriero che vuole instaurare il suo regno con scettro di ferro unificando e schiacciando la gente sotto il suo potere. A questa tematica vorrò dedicare il mio prossimo articolo,per ora è sufficiente  questo chiarimento per  proseguire nella comprensione.

Freud Sigmund lo psicologo Cabalista e Sionista senza Dio

Molti assunti e metodi della psicanalisi sono profondamente connessi alla cabala ebraica e a metodi di approccio alla realtà tipici dell’ebraismo talmudico. Freud è figlio di un pensiero positivista per il quale il sentimento religioso è una realtà estranea se non illusoria. Non ci stupisce pensare che Freud sia legato a questa mentalità, a questo mondo che fra poco chiariremo partendo da due frasi di Freud.

Nel 1938 al momento di imbarcarsi sulla costa francese per poi sbarcare a Londra dopo l’abuso dell’Austria da parte della Germania nazista Freud lascia questa dichiarazione, una frase riportata dai biografi:  I nazisti non li temo il vero nemico è la religione, la chiesa cattolica“. È l’ultima frase che pronuncia sul suolo europeo.

La seconda frase fu pronunciata da Freud pochi anni prima nel 1909 in  vista del molo di New York:   sta per sbarcare ed intorno a lui ci sono un gruppo di persone che lo attendono , sanno che arriva Freud insieme ad altri psicanalisti per fare un tour di lancio negli Stati Uniti (  la patria di elezione della psicanalisi ancora oggi ) e   Freud constatando il clima di festa per il suo arrivo,  pronuncia questa  frase: “loro non sanno che gli porto la peste“.

Abbiamo acceso due fari su ciò che andremo a cercare di analizzare:

  • I nazisti non li temo Il vero nemico è la religione, la chiesa cattolica;
  • Loro non sanno che gli porto la peste.

La  psicanalisi oggi è sostanzialmente finita ed ampiamente screditata sia in campo psicoterapeutico sia sul piano culturale.  Ma il ruolo storico che ha svolto è fondamentale nel  provocare ,produrre in larga misura la  radicale sovversione anticristiana che ha segnato in particolare tutto il novecento . Il tempo presente è ancora ferito  dagli effetti di questa rivoluzione, sovversione antropologica radicale, un vero e proprio rovesciamento della visione cristiana dell’uomo, un uomo che ha una natura, un’essenza e questa essenza è la ragione.

Questa concezione antropologica vede l’uomo creato ad immagine e somiglianza di Dio, soggetto spirituale ,ovvero, libero e autocosciente e l’anima, in quanto spirituale, è immortale.  Si pensi allo straordinario capitolo della “summa contra gentiles” di San Tommaso d’Aquino, dedicato a dimostrare l’immortalità dell’anima.

È il passo più complesso dell’intera storia della filosofia: l’uomo è un soggetto spirituale, la ragione è la sua natura, la sua essenza. L’uomo è destinato ad una vita eterna: già la semplice ragione naturale rettamente intesa riconosce che l’anima è immortale essendo spirituale non ha parti, non avendo parti non può corrompersi ed è destinata alla vita eterna.

Le passioni sono radicate nella triplice concupiscenza ,effetto del peccato originale, che permane ad agonem anche nel battezzato e che spinge a desiderare i beni creati in modo disordinato violando la legge naturale. La legge morale è innata nell’uomo, nella ragione dell’uomo ma l’uomo è nella visione cristiana oggetto di pulsioni non di istinti. Le pulsioni inclinano senza necessitare e quindi vi è un inno che solo la chiesa cattolica ha saputo edificare, nè poteva essere altrimenti: questo inno è un inno all’uomo come soggetto libero, quindi necessariamente spirituale ,proprio ciò che la modernità ,in particolare ,proprio  Freud andrà a negare.

Psicanalisi rovesciamento del Cristianesimo

La psicanalisi invece è un rovesciamento del cristianesimo, lo stesso Freud, secondo la definizione di Paul Richter filosofo francese del 900 , è uno dei tre maestri del sospetto insieme a Marx (massone pagato dalle logge britanniche per scrivere Il Capitale quale fondamento del Socialismo degenerato nel Comunismo) e a Nietzsche. Questa felice  e famosa espressione di Richter sta ad indicare che egli ci ha educato a sospettare di ogni gerarchia assiologica, di ogni gerarchia di valori, di ogni subordinazione di ciò che non è spirituale alla sfera spirituale.

Ci ha abituato a dubitare e a sospettare, dice Richter, di tutto ciò che è appunto superiore, spirituale più elevato e a pensarlo o a ridurlo all’effetto di una sublimazione di discariche pulsionali.  Ciò che è superiore va ridotto ricondotto, schiacciato su ciò che è inferiore, è una sorta di conseguenza indiretta. Nella psicanalisi vi è una radicale negazione della libertà, è una forma di determinismo assoluto; l’uomo non è libero ,l’uomo è una cosa umana come diceva Spinoza (altro pensatore al quale sono legate comprovate influenze cabaliste ).In Freud vi sono dei presupposti positivistici.

Egli opera nella seconda metà dell’ottocento e poi nella prima parte del 900 dove c’è una sorta di inno scientista alla scienza quindi una distorsione dell’idea di scienza stessa. Egli è un materialista radicale ma è anche un riduzionista radicale: del resto il materialismo è tendenzialmente sempre ed anche riduzionista.

È ovvio il suo riduzionismo però è assoluto nel senso che ci sono passi dei suoi scritti in cui praticamente afferma che è certo che verrà il giorno in cui lo psicologico sarà ridotto al biologico, al neurofisiologico, ai chimismi cerebrali. Ecco non sarà più nemmeno psicologico, sarà decodificato in termini puramente biologicistici. Questa profezia in un certo senso si sta avverando perché le neuroscienze, la teoria dei neuroni a specchio e tutta l’attuale enorme enfasi  sulle neuroscienze, mira proprio ,anzi già stabilisce questo: che di fatto non c’è la libertà dell’uomo , egli è solo riducibile ad una dimensione biologica.

La libido e la sfera dell’inconscio (non la ragione) sono il fondamento del nostro esistere. Ma la libido, L’essere, il mondo pulsionale sono impersonali non sono per nulla capaci di fondare l’individualità irripetibile della persona. Sappiamo che invece la persona, il personalismo rettamente inteso come concetto è il più grande effetto portato sul piano concreto e storico del cristianesimo.

 L’uomo è persona ed in quanto persona è irriducibilmente una singolarità che non può essere cancellata da nulla, lo  sarà per tutta l’eternità, sarà una persona anche nella contemplazione della visione beatifica di Dio.

La psicanalisi invece degrada l’umano, distrugge la persona, il personalismo cristiano e l’uomo non è come dice Freud: “L’io non è padrone in casa propria “è una famosissima frase di Freud che è l’atto di nichilismo più profondo che l’intera cultura occidentale abbia mai sviluppato.

L’io non è padrone in casa propria, l’io è solo in un punto di equilibrio di bilanciamento fra istanze morali date dal super io, indotte socialmente, in qualche modo artificiali . È l’essere, la sfera pulsionale che anonima e senza volto, sorda, opaca, cieca, un mero pulsare di discariche libidiche che mirano a manifestarsi il più pienamente possibile.

Il cuore del pensiero freudiano: Distruzione dell’innocenza

Il complesso edipico è il cuore del pensiero freudiano, sappiamo che nella sua visione queste scariche libidiche, libidico pulsionali devono essere soddisfatte: se ci sono ostacoli particolari che impediscono lo sfogo di queste cariche pulsionali si hanno i sintomi nevrotici.

Il sintomo nevrotico non è altro che il destino di una carica pulsionale che non si è potuta dispiegare in modo naturale e il complesso edipico è il cuore del freudismo. Concretamente e culturalmente parlando il cuore del freudismo è la distruzione di ogni innocenza, di ogni fiducia nell’uomo, di ogni idea di civiltà; non solo della civiltà cristiana, perché ogni civiltà si fonda sulla pietas e  la pietas è quell’insieme di sentimenti di devozione, di amore, di rispetto di senso di gratitudine profonda e originaria verso i propri genitori, verso il padre assumendo il padre come figura della genitorialità in senso lato ,verso chi mi ha dato la vita.

Il complesso edipico è la cosa più volgarizzata e generalmente nota che è entrata nel linguaggio comune anche dei cristiani, a volte senza cattiveria. È di fatto la negazione dell’idea di civiltà perché confonde i  linguaggi ed  introduce il linguaggio del desiderio a leggere e ad interpretare come suo fondamento la prima infanzia.

L’infanzia proprio l’età dell’innocenza.

Canetti, uno scrittore ebreo asburgico ,diceva con sicurezza che un giorno la psicanalisi sarebbe stata screditata, ma non avrebbe avuto importanza perché l’uomo avrebbe già perduto per sempre l’innocenza: dopo Freud, anche se Freud verrà screditato e passerà di moda, l’innocenza sarà, comunque, stata perduta.

L’uomo viene dunque pensato come una cosa umana o meglio come una macchina pulsionale, come un automa desiderante, una sorta di contenitore vuoto senza essenza, senza una natura entro cui fluiscono cariche libidiche impersonali di carattere biologico. Questo specie di automa è mosso senza saperlo dal desiderio. In nessun modo l’uomo di Freud può evadere dal regno opaco e opprimente di una immanenza assoluta.

Freud odia profondamente l’idea stessa di religione ridotta ad  una sorta di nevrosi di massa che colpisce una collettività. Questa forma di nevrosi va superata perché il progresso, la civiltà e la storia lo esigono.

Va comunque ricordato che esistono filosofi cattolici, psicologi cattolici che hanno sviluppato visioni dell’uomo psicologiche e psicoterapie completamente diverse da quella psicanalisi di Freud ,anzi l’hanno confutata e hanno proposto esattamente una psicoterapia fondata su una visione cristiana dell’uomo.

La psicanalisi visione universale

La psicanalisi ha dominato il 900 e ha colpito ben oltre i confini di chi si occupa di psicanalisi oppure frequenta gli psicanalisti: è diventata una visione comune dell’uomo direi universale che ha un momento apicale di manifestazione sociale storica nel 68.

Nel 68 si ha  l’idea che la liberazione sessuale liberi l’uomo facendolo passare ad una vita autentica e autenticamente umana.

Non arriva per caso il 68 arriva sulla scia di Reich della scuola di Francoforte di una lunga sintesi fra marxismo e psicoanalisi che nel 68 trova il suo momento apicale di manifestazione. Nasce un universo sociale sessocentrico, libertino che consuma dall’interno ogni visione della vita autenticamente cristiana instaurando una nuova religione secolare.

Il 68 non è solo un momento sociologico ma è l’istaurarsi di una religione secolare, di una religione che promette nel tempo ,qui ,adesso il raggiungimento di una compiuta felicità che vuole come via d’accesso quello di liberare la sessualità dai vincoli della tradizione dissociando amore e matrimonio, sessualità  e amore, sessualità e fecondità e identità sessuata differenziata in maschile e femminile.

Liquidità che si impone negli ultimi trent’anni con l’ideologia gender e l’ideologia dell’omosessualismo. Dopo il 68’ la castità diventa vizio non è più virtù la verginità, non è più un  bene da custodire gelosamente ma una colpa della quale liberarsi il più presto possibile. Diventa in un certo senso sia culturalmente, storicamente e socialmente impossibile o molto faticosa e difficile perché la carne comanda lo spirito, il basso comanda  sull’alto, il cielo si oscura e Dio viene cancellato dai  cuori o  reso impossibile di abitare nei cuori dei popoli un tempo cristiani.

L’umanità intera sprofonda in un abisso sempre più profondo di iniquità e la psicanalisi ha concorso potentemente  a creare questa nuova visione perché di fatto è una religione con una sua dogmatica, con i suoi sacerdoti , con i suoi riti e un suo oscuro sapere che adesso cercheremo di evocare per accedere al tema del rapporto fra tradizione cabalista e psicanalisi.

Per farlo dobbiamo prima capire una cosa molto bene: quasi tutti o comunque chi si occupa di cultura ovviamente sa che Freud era ebreo. Il 95% delle persone che sanno questo, pensano che  il dato rimane un dato meramente biografico, esteriore sociologico ,che non ha nulla a che fare con la psicanalisi e questo è il problema ed è ciò che dovremmo riuscire a superare come problema. Comprendere la sua ebraicità, il suo appartenere al popolo ebreo è tutt’altro che esteriore, è qualcosa di molto profondo che adesso descriverò e che incide pesantemente sul suo pensiero.  Dobbiamo capire molto bene sul piano biografico la radicalità del suo sentirsi ebreo aderendo  pienamente ai costumi ebraici e soprattutto capire  a quali particolari correnti dell’ebraismo europeo si integra.

Anna Freud a Gerusalemme: “La Psicanalisi è una scienza ebraica”

Vorrei porre in evidenza due aspetti:

  • Il nesso particolare con le tradizioni ebraiche esoteriche;
  • Le pazienti di Freud e di tutti i primi psicanalisti sono in realtà pazienti donne, giovani donne nevrotiche, isteriche ma la cosa strana è che sono tutte ebree.

Terapeuta ebreo (gli psicanalisti sono ebrei non solo in Austria ma anche in Italia, Francia, Stati Uniti, Argentina) e  le pazienti decisive, perché sono quelle su cui Freud fonda la psicanalisi, sono tutte giovani donne ebree.

Questo aspetto lo riprenderemo più avanti perché è un elemento che illuminerà la nostra scena. Anna Freud nel 1971 a Gerusalemme dirà con orgoglio che la psicanalisi è una scienza ebraica.

Freud da bambino ha ricevuto un’educazione ebraica completa:

  • parla l’ebraico,
  • legge l’ebraico biblico,
  • parla l’yiddish (un dialetto Ebraico tedesco parlato dagli ebrei askenaziti, Freud proviene proprio da quell’area) parlandolo  in famiglia per tutta la vita;
  • mantiene le abitudini alimentari ebraiche mangiando tutta la vita cibo kosher secondola tradizione della legalità e della purezza ebraica;
  • conosce riti, preghiere , forme meditative particolari proprie della tradizione chassidica (Freud proviene dalla Galizia e dalla Moravia, aree dalla cultura chassidica)
  • conosce molte tradizioni cabalistiche provenienti da questa cultura familiare chassidica (sulla porta del suo studio sono rappresentati due calici dello kiddush-preghiera del sabato,giorno sacro per gli ebrei)
  • sua moglie Martha Bernays è nipote del più grande rabbino di Amburgo, Isaac Bernays, che era famosissimo per il suo misticismo cabalista e chassidico
  • possiede una copia completa tradotta in francese dello Zohar Il più importante testo cabalista medievale (commento alla Bibbia). Si ha la prova che Freud lo abbia utilizzato.

Freud e la Cabala e Dio

Il cuore della cabala è l’unione mistica fra il fedele e Dio ed è simboleggiata dall’atto coniugale. Il matrimonio stesso è visto come un riflesso terreno della unione mistica con Dio. Il Dio della cabala è un Dio sessuato, androgino bisessuale che vive il dramma della separazione della parte femminile che è la Shekhinah. L’eros nella cabala è visto come una sorta di processo di divinizzazione del soggetto stesso: la cabala è magia sessuale e sappiamo che nelle tradizioni esoteriche, ermetiche, magiche la sessualità, la magia sessuale è una magia mirata a una sorta di cambiamento di stato ontologico di divinizzazione del soggetto.

Berke Joseph nel libro “ The Hidden Freud” uscito  nel 2015 sottolinea la presenza delle posizioni cabaliste sulla nascita della psicanalisi. Nella metodologia terapeutica ritroviamo tecniche diagnostiche, usi e pratiche proprie della cabala antica. Freud conosceva perfettamente gli antichi metodi cabalistici per andare oltre la superficie del pensiero logico discorsivo ed arrivare al nucleo della realtà o del testo sacro, perché il problema era commentare la Torah e leggere i testi sacri.

Il simbolo, la cabala e la massoneria

Era però necessario andare oltre al segno e al suo significato logico razionale e attingere ad una sfera informe dove a dominare fosse il simbolo. Questo è interessante perché il simbolo è centrale nella cabala, ma è centrale anche in tutto l’ermetismo, l’esoterismo occidentale. Il simbolo è centrale anche nel pensiero massonico dove  primeggia un pensiero non logico, non fondato sul principio di non contraddizione ma fondato sulla contraddittorietà del simbolico; quindi la contraddizione diventa la legge rovesciata del pensiero magico cabalista.

Soffermiamoci su uno scritto dal titolo “Freud e la  tradizione mistica ebraica“ di David Bakan che  oltre alla descrizione di una generica presenza di elementi cabalistici come quelli che ho appena citato vi è anche la presenza di elementi sabbatici.

Sabbatai Zevi, Sabbatianesimo e Freud

Sabbatai  Zevi era stato nel 600  un falso Messia che poi conclude la sua fase messianica con un atto di apostasia e la conversione all’Islam, ma Sabbatai Zevi aveva  lasciato profondissime influenze nell’aree  galiziane proprio l’area dove attecchisce poi il pensiero chassidico. Quindi da Sabbatai Zevi si passa agli chassidim e le famiglie da parte di padre e di madre di Freud crescono in questo clima culturale che appunto ha  un legame con il Sabbatianesimo.

Jacob Frank ed il Frankismo.

È importante capire questo perché oltre e dopo l’esperienza di Sabbatai Zevi, In queste stesse regioni si avrà una seconda grande eresia giudaica che è il frankismo  con Jacob Frank che è un altro falso Messia: siamo nel 700 , un secolo dopo.  Jacob Frank si converte di colpo al cattolicesimo con tutti i suoi seguaci, Augusto III di Polonia è il suo padrino di battesimo  . Il frankismo , in virtù del battesimo, penetra fra l’Elite polacca e si celebrano matrimoni con nobili polacchi ,giudaizzando  lentamente e segretamente questo  paese che ha avuto fortissime influenze, fino al 900 incluso ,da parte della tradizione frankista.

Questa è una cosa molto importante su cui insisto particolarmente perché è in quella regione, prima con Sabbatai Zevi poi con  Jacob Frank in  cui si snoda la storia della famiglia di Freud.

Freud a Vienna

Freud dopo aver passato la prima infanzia in Moravia giunge a Vienna con la famiglia, aveva sette anni.  Qui fa i suoi studi, diventa medico ,si laurea in medicina trovandosi in una città dominata totalmente dalla minoranza ebraica.

Gli ebrei sono  pochi percentualmente ma sono il 50% degli avvocati, dei medici, dei giornalisti ed anche dei magistrati. Se si riceveva il battesimo, gli avvocati , poi, potevano diventare magistrati quindi i giudici viennesi erano sostanzialmente in grande parte ebraici.

Per opporsi alla presenza di questa Elite ebraica dominante nasce a Vienna un movimento di resistenza ed  è in questo clima che Freud entra nella massoneria ebraica e vi entra praticamente a ridosso della nascita della psicanalisi.

Siamo nel 1897 e Freud ha 40 anni , il 23 settembre entra, cooptato da un altro massone, nella loggia del B’nai B’rith di Viennai figli del patto ,i figli dell’alleanza. Una  massoneria particolare che si era sviluppata in tutto il mondo soprattutto negli Stati Uniti contava allora circa 500.000 membri e qualcosa come 1700 logge diffuse in tutto il mondo.

Questa massoneria è la più grande associazione massonica di mutua assistenza del mondo ebraico, vi si può accedere solo se si è ebrei e di fatto ha avuto una forte influenza anche sulla chiesa: sono decine gli innumerevoli incontri che  Papa Giovanni Paolo II e la delegazione del  B’nai B’rith  hanno avuto , ma anche Papa Benedetto XVI ha incontrato ripetutamente questa realtà. Sarà interessante capire nel prossimo articolo  ( che seguirà questo) il motivo per cui una loggia massonica abbia avuto rapporti veramente profondi e così frequenti  con la chiesa cattolica nel periodo post bellico.

Freud entra nella Massoneria

Freud viene iniziato a 41 anni e per tutta la vita, per quarant’anni, rimarrà legato alla loggia massonica in cui è entrato; egli stesso afferma vi è entrato per orgoglio ebraico e per lottare contro l’antisemitismo.

Ormai settantenne dirà che di fatto pur agnostico e cresciuto senza fede, si sentiva profondamente attratto da questa associazione con altri ebrei che erano stati il suo primo uditorio. La cosa curiosa è che Freud ateo e agnostico  entra in massoneria dove in teoria, per entrare è  necessario  essere ebrei credenti: per lui questo non fu così .Fu proprio lì che iniziò a presentare le sue scoperte psicanalitiche, presentò lì la psicanalisi.

Ci sono studiosi che hanno dimostrato come il successo repentino e mondiale della psicanalisi è il larga misura anche dovuto al fatto che il B’nai B’rith ha favorito ovunque la diffusione della psicanalisi e la sua enorme influenza in tutti i campi: pensiamo al cinema con Hitchcock o a Fellini in Italia che sono autori profondamente legati alla psicanalisi, ma sono innumerevoli gli scrittori, gli artisti, poeti e musicisti,uno stuolo sconfinato di persone che sono legate alla psicanalisi. Questo è molto significativo a dimostrazione del fatto che B’nai B’rith  intuisce che la psicanalisi può essere usata  per giudaizzare i gentili. Se il mondo cristiano è così ingenuo da accettare la psicanalisi dietro il paludamento di una scienza e se  lo accetta ecco che il mondo cristiano viene profondamente giudeizzato.

La chiesa tentò di resistere, ci sono papi come Papa Pio XII, che posero  degli  argini molto forti all’utilizzo della psicanalisi, soprattutto da parte dei sacerdoti..

Per esempio era vietato frequentare psicologhe donne (il sacerdote non poteva frequentare psicologi di sesso femminile e ci voleva l’autorizzazione dell’ordinario per accedere a terapie di tipo psicanalitico).

Non dimentichiamo ciò che abbiamo già ricordato che il Papa attualmente regnante è stato in cura da una psicanalista ebrea; questo se vogliamo è un particolare piccolo ma non così piccolo in prospettiva di quello che  dovremmo capire. L’appartenenza alla massoneria di Freud non sarà esteriore, superficiale ma fu veramente molto profonda; egli era molto zelante non perdeva una riunione e teneva regolari conferenze ai suoi fratelli di loggia.

Freud ed il Sionismo

A questo punto introduciamo un elemento diverso, Freud conosce Harz Teodor il fondatore del sionismo. È sionista convinto come i figli e di fatto un attivo sostenitore di diverse confraternite ebraiche tanto che alcuni suoi biografi hanno detto che è vissuto per tutta la vita in un ghetto ebraico, non ha mai avuto amici che non fossero ebrei e di fatto manifestò sempre un interesse fortissimo per la magia e per il mondo dell’occulto.

Freud si sente profondamente attratto da questa sfera: sono molte le testimonianze di questa attrazione nel suo epistolario dove  dice di trascorrere straordinarie orge di tarocchi nella loggia. Tutti i sabati andava a giocare a tarocchi: i tarocchi sono carte da gioco ,in realtà carte divinatorie di origine cabalista, di fatto la simbologia è tratta dalla cabala e Freud parla di queste orge di tarocchi a cui non può rinunciare , è un fedele ed assiduo praticante di questo gioco particolare.

A questo punto entriamo nel pieno della parte conclusiva.

Abbiamo capito che il suo ebraismo non è un dato così meramente anagrafico al quale lui era indifferente ma era un ebraismo organicamente  radicato nella sua persona, era il fondamento di ogni sua azione . Sappiamo anche che c’è un disegno di lungo periodo ,direi da sempre, portato avanti dalle prime sette eretiche della gnosi Antica ,di giudeizzazione del mondo Cristiano ,della chiesa : la giudeizzazzione è un rischio costante e in un certo senso il grande comun denominatore di tutte le eresie  e le derive gnostiche che il cristianesimo ha conosciuto.

Leggiamo un interessante articolo su Shalom che descrive gli orientamenti ideologici del famoso psicanalista intorno ai quarant’anni nel pieno della sua maturità intellettiva (note e citazione virgolettata aggiunte dal direttore di Gospa News – ndr).

«Due uomini di fama mondiale: Theodor Herzl e Sigmund Freud. Due ebrei che hanno cambiato il mondo con le loro idee, vissuti entrambi nella fastosa Vienna del Novecento; eppure, i due uomini non ebbero mai modo di incontrarsi. Sembra però che quel già influente psicologo ebreo seguisse davvero da vicino il leader sionista, definendolo più volte “un poeta e un combattente per i diritti umani del nostro popolo”. 120 anni dopo dalla sua stesura, in Israele riaffiora una lettera scritta da Sigmund Freud a Theodor (Binyamin Ze’ev) Herzl, fondatore dell’Organizzazione Sionista. La lettera, datata 28 settembre 1902, è stata trovata all’interno del Central Zionist Archives di Gerusalemme».

«Herzl e Freud vissero per molti anni nella stessa strada a Vienna, ma non si incontrarono mai di persona. Tuttavia, si dice che Freud fosse un avido lettore dei pezzi di Herzl pubblicati sulla “Neue Freie Presse”, il giornale in cui quest’ultimo lavorava. Freud espresse più volte interesse per il Congresso Sionista Mondiale, istituito nel 1897 come organo supremo dell’Organizzazione Sionista».

Freud e la tradizione cabalista ebraica

Bakan è uno studioso ebreo di origine galiziana  che ci conferma che la psicanalisi ha origine cabaliste . Egli  asserisce che siccome la psicanalisi è una cosa bella e buona e ha come origine la cabala e lui ce lo dimostra nel testo, la cabala , quindi l’ebraismo profondo e segreto è vero. Scrive il suo testo nel 1958, Psicologo, docente universitario che scrive “Freud e la tradizione mistica ebraica“.  Attenzione mistico è il termine che usano elegantemente gli ebrei per indicare la cabala.

La cabala è una prassi di carattere magico, di  carattere esoterico ed è il fondamento di tutto l’occultismo quattrocentesco  ,cinquecentesco e successivo. La cabala è il fondamento dell’esoterismo, è il fondamento del pensiero massonico, è il fondamento di tutto quello che è arrivato in Occidente come cultura occultista dal 400 in poi ,ma gli ebrei la chiamano la mistica ebraica.(c’è un problema linguistico)

Bakan è finanziato dal  B’nai B’rith americano nella sua ricerca quindi la massoneria ebraica appoggia la sua ricerca confermando che il suo scritto è una difesa dell’ebraismo mostrando tutti gli elementi che ci devono obbligare a riconoscere il fondamento cabalista del pensiero psicanalitico.

Gli elementi sono così sintetizzabili: la psicanalisi sorge all’improvviso già compiuta perfetta non solo come psicologia ma come teoria della civiltà, dell’arte, della religione. Una sorta di antropologia filosofica, addirittura una metafisica in un certo senso usando il termine in modo improprio è una spiegazione completa di tutto, del sogno, delle nevrosi, della malattia, della normalità, dell’infanzia di qualunque cosa. Spiega l’arte, spiega le produzioni superiori dell’uomo,ma questo terribile apparire di una disciplina che spiega in pratica tutto non ha nessun elemento riconoscibile in tutta l’esperienza precedente di Freud.

Precedentemente Freud aveva lavorato in campo dermatologico, oftalmico, aveva studiato la cocaina, aveva selezionato 400 anguille a Trieste per trovare un nervo particolare dell’anguilla,aveva lavorato molti anni in laboratorio, era un fisiologo, uno studioso di laboratorio, usava il microscopio, studiava il sistema nervoso delle rane e delle anguille, aveva  lavorato anche qualche mese in qualche clinica psichiatrica ma  non c’era assolutamente un solo elemento che potesse aver implicato  una graduale costruzione di un edificio così immenso.  La psicanalisi  sorge di colpo e Bakan ce lo spiega  così:  Freud ha tradotto in linguaggio secolare Para-scientifico un sapere occulto che possedeva da molti anni perché nella sua biografia non troviamo nulla che permetta di spiegare questa improvvisa esplosione di una dottrina che è onniesplicativa .

Un secondo elemento a dimostrazione del legame  della psicanalisi con il pensiero cabalista è che in nessuna tradizione culturale occidentale precedente erano presenti i fondamenti del pensiero psicanalitico se non nel pensiero occultista.

Freud ha tradotto in un nuovo linguaggio quello della scienza positivista del tardo ottocento categorie che gli arrivano dalla cabala che è essenzialmente una forma di gnosi e come sappiamo in tutte le gnosi  antiche, anche le gnosi cristiane (a parte che tutte le gnosi hanno o quasi tutte hanno di fatto ebrei come loro fondatori, ricordiamocelo sono per lo più ebrei ad ispirare i grandi gnostici dei  primi secoli) e quelle  ebraiche asseriscono che la salvezza si raggiunge solo  attraverso la conoscenza : la salvezza senza le opere . In questo senso  diremo che Lutero è gnostico,  Calvino è il gnostico, il modernismo è gnostico (dove ti salvi praticamente senza opere, Il modernismo è l’ultima forma di gnosi).

La cabala in questo senso è la gnosi ebraica è una rivelazione una dottrina che propone agli iniziati di accedere ad una conoscenza profonda di sé, conoscenza che  implica un sapere magico è una magia di tipo sessuale attinta la quale tu sei salvo  . Attenzione non sei salvo oltre il tempo storico nel regno dei cieli dopo il giudizio universale, no sei salvo adesso, sei salvo nella storia, nella tua vita di adesso, ti  divinizzi adesso e  abbracci  adesso la salvezza . Questa è la grande eresia che ha colpito anche il cristianesimo del voler adesso immanentizzare  l’eskaton Cristiano, renderlo attuale adesso ,che il regno si possa dire che è giunto.  Sia il sabbatianesimo sia il frankismo erano vie che predicavano la salvezza attraverso il peccato, predicavano la santità del peccato perché annunciando la venuta del Messia  ( sabbatà è il messia , Jacob Frank è il messia) allora è giunto il regno e la legge viene sospesa e il peccato non ha più nome di peccato, soprattutto la sessualità in Frank e Sabbatai.

In Sabbatai  la sessualità è profondamente perversa sconvolgeva le persone che non capivano la sua logica erano atti essenzialmente contro natura. Ma perché  l’adulterio, la fornicazione erano considerati legittimi ? Perché il  regno era giunto e la prova che il regno è giunto è che io , che sono il Messia , compio questi atti. La salvezza passa attraverso il peccato lo sprofondarsi nel male , anzi, diventa via di liberazione.

Quante analogie troviamo con la sensibilità che hanno anche alti vertici della chiesa cattolica verso certe periferie arcobaleno certi abbracci così calorosi con i gay, lgbt, le benedizioni gay, i matrimoni omosessuali che bussano  pesantemente alla porta del sinodo sulla sinodalità.

Ma perché? Perché se il regno è giunto, la legge è sospesa. È un indietrista, un orrendo fariseo chi custodisce la legge e chi ancora non ha capito  che il regno dei cieli è giunto e che  si oppone alla nuova  età messianica ecclesiale che il sinodo sta instaurando.

Il  bene e il male solo la stessa cosa, si confondono ed anzi occorre entrare e scardinare i qelipot, i nodi che imprigionano il fluire dell’energia divina. Sembra il sintomo nevrotico da sciogliere con l’analisi ,sciogliere i qelipot i gusci, in ebraico cabalista, quello che era un divieto  supremo osare guardare dentro questi gusci di male, sprofondare  nel male,  voler conoscere il male che invece diventa il messaggio segreto redentivo della  cabala, della gnosi cabalistica, della  gnosi psicanalitica. Sprofondare nel male e li sprofondando in questo male tornare a liberare l’energia lipidica che si era imprigionata dentro i legami del super io, ovvero in ultima istanza della tradizione morale cristiana.

Lo stesso Freud dice che  immagina un mondo in cui si debelli la religione come Dio, l’idea stessa di Dio come super io collettivo che impedisce in ultima istanza la felicità e Freud parla ante litteram di educazione sessuale perché solo una sessualità liberata darà all’uomo una vera felicità.  E questo non è già il 68? Non sono i tempi nostri? Non  è la febbre che percuote ogni cuore e incendia anche le menti più equilibrate ?non è questo il male del nostro tempo?

Dio stesso è maschio o femmina nella tradizione franchista Sabbatiana, cabalista. Ciò porta a pensare alle pratiche sessuali come atti religiosi perché ciò che l’uomo fa sul piano sessuale contribuisce a riunificare Dio stesso quel Dio ferito dalla gnosi cabalista che  carico di sofferenza e di male  deve tornare ad unirsi con la Shekhinah con la partefemminile . Il cabalista attraverso la sua sessualità contribuisce a questa riarmonizzazione cosmica, metafisica aiutando Dio stesso a tornare alla sua pace: perché in Dio c’è il male.

Il Dio della gnosi è sempre un Dio in qualche modo ferito, sofferente, infinitamente lontano al tempo stesso dissipato in mille schegge; in questo mondo il pleroma divino si  è dissipato negli individui e bisogna che gli individui si riuniscano fra di loro orgiasticamente  onde riportare l’unità del Pleroma . Il giogo della legge vale  solo per un mondo non ancora redento, si può fare il male perché il male c’è anche in Dio (la grande eresia gnostica).

Il male c’è anche in Dio e quindi non è più male. Frank disse di essere venuto a liberare Il mondo da tutte le leggi e da tutti gli statuti esistiti finora, è la stessa cosa che dice Freud in un passo “io sono il diavolo non lo sapete che io sono il diavolo? Si pensa come una sorta di nuovo Mosé laico e secolare che libera il mondo da Dio, dalla religione, dalla morale dai complessi, dalla nevrosi perché libera da Dio e dalla religione. Un uomo senza morale e senza Dio è l’unico  uomo che concepisce come autentico e libero .

Vorrei sottolineare un particolare interessante, quando Frank fu attaccato dal rabbinato perché vi ricordo che c’è anche un conflitto all’inizio fra  il rabbinato e le eresie  sabbatiane  o franchiste.   Quando il rabbinato attaccò il franchismo, Frank apostatò e si convertì al cattolicesimo (non fu una vera conversione) andando ad infettare Tutte le Elite clericali e nobiliari polacche per i secoli avvenire. Dopo la conversione denunciano il rabbinato e denunciano il Talmud come falso; denunciano pubblicamente anche il sacrificio rituale umano di bambini cristiani durante le  Pasque ebraiche. Lo stesso Frank quando si converte al cattolicesimo lo denuncia perché lo conosceva molto bene in quanto appartenendo a quel mondo.

In Bakan la psicanalisi diventa l’incontro con un super io buono e moderato; lo psicanalista spiega al paziente che la punizione che lui teme e il senso di colpa che lui ha sono infondati. Non deve più avere nessun senso di colpa perché nessuna punizione seguirà la sua caduta . L’essenza della psicanalisi è abituare il paziente lentamente a capire che i suoi complessi derivano dalla convinzione che gli atti sessuali  ,che lui pensa di aver  compiuto ,non sono una colpa. Quando la persona si convince di questo perde Dio e la convinzione che esiste una legge naturale . Solo allora la persona potrà dirsi guarita . Ovviamente molto semplificato ma necessario per far capire lo sguardo di Freud.  L’uomo va liberato da Dio, va  liberato da Cristo, va liberato dalla legge morale.  Questo uomo senza essenza, senza natura, questo uomo si riduce ad una cosa umana.

Il segreto della Nevrosi di Freud

A questo punto vorrei proporre al lettore un grandissimo pensatore Jeffrey Moussaieff Masson, psicanalista ebreo americano,docente universitario di lingua iraniana,il quale  diventa Direttore degli archivi di Freud  a Londra .  Conosce Anna Freud che muore nel 1982, e studiando gli archivi scopre delle lettere mai viste prima da nessuno, lettere censurate da Anna Freud che le ha tolte dall’ epistolario di Freud ufficiale e si accorge  che in tutte queste lettere emerge un altro Freud. Il Freud  di prima del l’interpretazione dei sogni, testo che pubblica nel 1900.

In questo testo, studiando l’epistolario di Freud, si accorge che Anna, la figlia, ha tolto tutte le lettere in cui Freud mostra le prove che le isteriche che sta curando (che sono tutte giovani  donne ebree) testimoniano durante la terapia di essere state gravemente abusate dai genitori o da figure parentali. Il sintomo nevrotico Freud lo lega a questi abusi reali; nel 1897 scrive addirittura una lunga relazione alla società di psichiatria viennese  in cui dimostra che quello che sta emergendo non sono fantasie, non sono cose inventate ma la pura realtà.

Questa relazione di Freud viene accolta con una freddezza spaventosa, praticamente viene bandito dalla comunità scientifica che è composta in larghissima misura da  ebrei perché metà dei docenti universitari e dei medici sono ebrei e Freud si accorge che è completamente respinto è visto come un pazzo . Di conseguenza, misteriosamente,di colpo ,abbandona questa dottrina e poco dopo esplode la psicanalisi, passa una visione completamente diversa : non sono veri abusi, sono fantasie isteriche ,di ragazze isteriche.

Queste ragazze essendo isteriche , sono loro che hanno desiderato i genitori e il desiderio viene mascherato da abuso subito.

Subito nasce l’edipo, l’Edipo nasce così nel momento in cui viene detto a Freud che se avesse perseguito questa via sarebbe stato un uomo finito. Rovescia ,così , specularmente quanto ha scoperto : cioè gli abusi sono fantasia isterica ,manifestano  i desideri che il bambino, nei primissimi anni di vita, avrebbe verso il genitore del sesso opposto.  Nasce la psicanalisi che è fondata sul complesso edipico.

 Ma Moussaieff  con il suo scritto, (che è un giallo filosofico storico straordinario di un’intelligenza incredibile in cui dimostra perfettamente come stavano le cose e perché Freud  cambia completamente prospettiva ) come nasce l’Edipo. ( Non è un caso che Il testo venne praticamente bandito e ridotto ai minimi termini, reso completamente estraneo al dibattito sulla psicanalisi).

Lui dimostra perfettamente come sono andate le cose e perché Freud cambiò completamente prospettiva .

La donna nell’ebraismo talmudico

Nell’opera “ il giudeo, giudaismo e giudaizzazione del  mondo Cristiano testo di fine 800 francese ( la Francia era specialista nello studio della giudeizzazione del mondo Cristiano) c’è un capitolo straordinario sulla donna nell’ebraismo  talmudico, su come la donna era vista.

Siamo alla fine dell’ottocento ed ancora non era nata la psicanalisi, ma questo grande studioso cattolico dice in sostanza, quasi piangendo, che sono  deplorevoli  le condizioni delle bambine ebree che crescono in famiglie dove i ragazzi e gli adulti uomini vengono educati.

L’insegnamento cabalista, la centralità di una certa sessualità della tradizione chassidica, frankista e sabbatiana dove, in sostanza, la perversione è pensata come via di santità: la santità attraverso il peccato.

Il grande  studioso  conclude dicendo che sono deplorevoli le condizioni in cui vivono le bambine ebree  perché appunto crescevano in un contesto culturale profondamente disturbato ,per non parlare di passi  del Talmud in cui si afferma che in sostanza sotto una certa età non sono nemmeno da pensare come vere violenze quelle compiute su una bambina.

Nel  Talmud c’è un profondissimo disprezzo per la donna in generale, anche per la donna ebrea. Non parliamo poi del disprezzo per la donna non ebrea o cristiana che è chiamata con termine ebraico anche oggi dal significato di prostituta.  L’appellativo di prostituta rimane anche se la donna cristiana si converte all’ebraismo, deve continuare ad essere chiamata prostituta.

Quindi Masson confuta il complesso edipico, spiega la storia segreta e spiega perché Freud ha dovuto rovesciare completamente tutti  i suoi studi  altrimenti sarebbe stato un uomo finito, sarebbe stata per lui la fine.

E questo castello costruito sul rovesciamento dei fatti si chiama psicanalisi.

La psicanalisi è l’annuncio di un trionfo più ampio, il trionfo dello psicologiconon nel senso diciamo tomista  o aristotelico : trionfo dello psicologico e della psicologia.

Trionfo generale che oggi dilaga ovunque: nella scuola, nei seminari, dove ormai si parla di fare psicanalisi prima di entrare in seminario per verificare la vocazione andando dallo psicanalista, preferibilmente donna ed ebrea (Papa Francesco).

 Crescente invasività della psicologia. Perché?

La crescente invasività della psicologia o dello psicologico sono il segno di una volontà di rinchiudere l’uomo nell’immanenza più assoluta in un universo dal quale non si può più evadere. Tutto è ridotto a psicologia ormai, anche a Loreto i confessionali sono diventati degli sportelli di ascolto psicologico. La chiesa dell’ascolto, il sinodo e la sinodalità.

È  sufficiente avere una piccola laurea in psicologia per esercitare la professione di psicologo che in molti casi viene anche esercitata online, la stessa sta  invadendo la chiesa disfacendo  i sacramenti.  Ne consegue che questo psicologismo ,dove tutto è psicologico, lo spirituale non trova più posto e non c’è nessuna vita eterna ad attenderci.

Una grande battaglia ci attende, una battaglia  immensa, enorme che  esige senz’altro uno studio che si impegni a capire bene le cose. Ma non  si  uscirà da questo esilio terribile, in cui ci hanno rinchiuso, solo con la cultura, con lo studio, con la falsa scienza deificata (come in  questi ultimi tre anni)  ma se ne uscirà con il fervore, con un fervore sincero che ci viene donato dall’alto se  noi ricorrendo a Maria Santissima lo chiediamo.

prof. ssa Paola Persichetti

Paola Persichetti, oltre ad essere Associazione Trilly APS  La Gente come Noi Terni e già leader del comitato spontaneo La Gente come Noi nella lotta contro l’imposizione di Green pass e Vaccini obbligatori, è Laureata in Lingue e Letterature Straniere, inglese, francese, lingua e Cultura ebraica, all’Università di Perugia con  110/110, bacio accademico e menzione d’onore.  Corso di storia e del Cristianesimo antico, università Perugia. Master universitario in fonti, storia, istituzioni e norme del Cristianesimo ed Ebraismo.

EPIFANIA: LA GRANDE MANIFESTAZIONE DI DIO. Seguendo la Stella i Magi trovano Gesù, Salvatore anche dei Pagani

EPIFANIA: LA GRANDE MANIFESTAZIONE DI DIO. Seguendo la Stella i Magi trovano Gesù, Salvatore anche dei Pagani

Indice dei contenuti

Gesù nacque a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode. Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: «Dov’è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo». All’udire queste parole, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo, s’informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Messia. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta:

E tu, Betlemme, terra di Giuda,
non sei davvero il più piccolo capoluogo di Giuda:
da te uscirà infatti un capo
che pascerà il mio popolo, Israele.

Vangelo di San Matteo Evangelista ed Apostolo (Mt. 2, 1-6)


Nell’immagine di copertina l’Adorazione dei Magi (o Pala Strozzi): un dipinto a tempera su tavola realizzato nel 1423 da Gentile da Fabriano (Fabriano, 1370 circa – Roma 1427), che lo eseguì per il ricco banchiere fiorentino Palla Strozzi. Capolavoro del gotico internazionale, che è oggi conservato alla Galleria degli Uffizi di Firenze.

di prof. ssa Paola Persichetti

Abbiamo visto spuntare la sua stella

L’Epifania è il giorno in cui siamo chiamati a contemplare la realtà stupefacente di un Dio che -invece di restare rinchiuso nella sua lontana e inaccessibile infinità- decide di venire fino a noi, di rivelarsi ai nostri occhi, di donarsi alla nostra comprensione e alla nostra contemplazione. E dunque il lieto annuncio che le molte oscurità di questi tempi che hanno intristito la nostra esistenza e sporcato di sangue la terra, sono dissipate da una luce che viene dall’alto. Questa è la bella notizia dell’Epifania: la grande festa della manifestazione di Dio.

Festa dell’Epifania

La festa dell’Epifania vuole preservare il popolo da alcuni malintesi e fuorvianti interpretazioni i disegni di Dio, soprattutto quando le ideologie dominanti influenzano la lettura della storia sacra. Anche il Natale è la manifestazione -l’epifania autentica e sostanziale- di un Dio che, per farsi conoscere ed amare, addirittura si fa uomo diventando un nostro fratello. Ciò che è avvenuto nella notte di Betlemme, non ha  avuto però risonanza nella società.

Uno potrebbe dedurre che la salvezza di Dio deve sempre restare nascosta, avvolta nell’oscurità e nel nascondimento; e quindi – si può arrivare a pensare – che anche l’azione della chiesa (che tale salvezza custodisce ed annuncia) deve essere il più possibile sotterranea: non deve cioè farsi sentire troppo all’esterno, non deve disturbare gli altri, deve umilmente mimetizzarsi entro la scena mondana.

L’Epifania  ci dice il contrario: nell’episodio dei Magi, il re, le autorità, l’intera Gerusalemme, i responsabili della cultura, vengono tutti raggiunti e messi in inquietudine dal messaggio che viene dal cielo. Certamente, Dio ha iniziato e si è rivelato all’inizio ai più semplici e più umili: è questo il significato del Natale.

Ma il fine della sua redenzione è che non resti nascosta e quasi clandestina: questo è il significato dell’Epifania che oggi la chiesa dovrebbe gridare fuori dal politicamente corretto. Il Vangelo di Matteo ci esorta a dire nella luce quello che ci viene detto nelle tenebre e a predicare sui tetti quello che viene ascoltato all’orecchio. Sono le stesse parole di Gesù che ci prospettano il programma epifanico, che è vincolante nell’azione pastorale della chiesa, e l’impegno Epifanico  di ogni battezzato.

La vera missione evocazione di ogni battezzato è quella di diventare un forte e chiaro annunciatore di Cristo e del suo regno.

Saremo in errore, considerare che ciò che è avvenuto a Betlemme (dove gli angeli hanno parlato soltanto ai pastori, poveri e analfabeti) potrebbe  indurre qualcuno a ritenere che i ricchi-ricchi non solo di censo, ma anche di cultura, di informazione, di potere, di fama-non siano tra i destinatari della missione del figlio di Dio . È vero che essi non sono tra i più favoriti e i più facilitati a capire il Vangelo, lo stesso Gesù nel Vangelo di Matteo benedice il padre perché ha tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le ha rivelate ai piccoli.

Ma la vicenda dei Magi – che arrivano ad adorare il Messia, pur essendo così benestanti da poter portare oro in  regalo e così istruiti da sapere scrutare e interpretare il corso degli astri- ci dice che nessuno è escluso irrimediabilmente dalla misericordia di quel Dio “il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità”(1Tm 2,4).

Lo stesso Gesù nel Vangelo di Luca ci dice che tutto è possibile a Dio  (capitolo 19); e così ha dato speranza persino ai potenti orgogliosi, ai danarosi sazi e insaziabili,  agli intellettuali pieni di sé, al patto che si mettano alla sequela dei Magi e, abbandonata la loro opulenta desolazione, si pongano seriamente in cammino verso Betlemme.

L’insegnamento dell’Epifania non è soltanto una provvidenziale luce sul Natale ma è un suo organico e necessario completamento.

Storicità dell’arrivo dei Magi a Betlemme

L’arrivo dei Magi a Betlemme è un fatto realmente accaduto e allo stesso tempo pieno di simboli. In questo episodio avviene l’incontro tra la fede e la ragione, l’unità tra l’intelligenza umana e la grazia divina, il rovesciamento delle gerarchie del mondo.

A Natale il verbo eterno che nasce come uomo a Betlemme, si manifesta innanzitutto al popolo di Israele, conformemente al progetto di Dio che chiama alla salvezza per primi i discendenti di Abramo, a cui il salvatore era stato promesso; in secondo luogo si manifesta anche ai popoli pagani, anche a loro e li chiama a riconoscere, raccogliere e adorare l’unico salvatore del mondo. In quella carovana di uomini illustri venuti dall’oriente e guidati dalla stella siamo rappresentati tutti noi, discendenti di un mondo escluso dall’antica alleanza e, in loro, chiamato a quella nuova. L’Epifania è la nostra festa, cerchiamo dunque di capirne qualcosa di più.

Contorni temporali

La venuta dei Magi e la Natività vengono associate e collocate  in un breve arco di tempo che non è quello storico. Dobbiamo porre tra i due episodi un anno e mezzo o due anni di distanza.

Matteo infatti ci dice che i Magi trovarono il bambino e sua madre in una casa: evidentemente avevano lasciato la grotta della Natività e, non potendosi rimettere in viaggio con un neonato, si erano stabiliti in un’abitazione di Betlemme, dove probabilmente avevano ancora dei parenti; più chiaramente ci dice che il re Erode, dopo essersi informato circa il tempo del loro viaggio, dopo la partenza dei Magi fa uccidere i bambini di Betlemme dai due anni in giù (Matteo 2,16): questa dunque doveva essere all’incirca l’età di Gesù al momento della visita dei Magi.

Chi sono i Magi?

Magi è la traslitterazione del termine persiano antico magūsh, passato  al greco màgos. Si tratta di un titolo riferito specificatamente ai sacerdoti dello Zoroastrismo tipici dell’impero persiano. In Erodoto la parola magoi era associata a personaggi dell’aristocrazia della Media ed, in particolare, ai sacerdoti astronomi della religione zoroastriana, che erano anche ritenuti capaci di uccidere i demoni e ridurli in schiavitù.

Sappiamo anzitutto che vengono da oriente , determinazione  piuttosto vaga, che indica semplicemente l’essere stranieri: infatti poiché ad Occidente Israele ha soltanto il mare, chiunque arrivi da fuori, viene da oriente. Quindi più che un’indicazione geografica si tratta di una chiara collocazione etnica e religiosa: I Magi sono non ebrei, quindi sono stranieri quanto all’etnia e pagani quanto alla religione.

Il vocabolo “Magi” ha origine persiana, legato molto probabilmente alla dottrina del madzdeismo, si identifica con una classe di studiosi, di sapienti, e secondo le abitudini dell’epoca, oggetto di studio sono la religione, la filosofia, l’astronomia, e ogni genere di sapienza. È possibile ritenere che fossero, se non proprio dei sovrani, dei personaggi altolocati, dato che solo i ricchi e potenti potevano permettersi di dedicarsi a tempo pieno agli studi così da essere definiti Magi , e poter finanziare un’impresa  così dispendiosa come il lungo viaggio di una carovana di uomini, bestiame e vettovaglie.

Fin dai primi secoli del cristianesimo ai Magi sono stati associati gli atteggiamenti positivi della ricerca della luce spirituale e del rifiuto delle tenebre: addirittura si riteneva che con la loro opera avessero contribuito a cacciare i demoni verso gli inferi. E, poiché erano sacerdoti, sebbene zoroastriani, seguendo la stella e raggiungendo il neonato il Re di  Israele, lo avrebbero anche riconosciuto come Dio, anzi, come l’unico Dio venerato anche dalla rivelazione zoroastriana.

Quindi i Magi sarebbero arrivati presso la mangiatoia di Betlemme con piena coscienza dell’importanza religiosa e cosmica della nascita del Cristo. Nel Vangelo di Matteo, i Magi sarebbero state le prime autorità religiose ad adorare il Cristo.

Fonti storiche

Gran parte degli esegeti contemporanei, Influenzati dai criteri interpretativi della scuola critica di origine illuminista e protestante, vedono l’episodio dell’adorazione dei Magi come un racconto simbolico, inventato a bella posta per illustrare la chiamata dei pagani alla fede in Gesù alla pari con gli ebrei.

La parola Magi è una carta di identità ben conosciuta nell’antichità. Quasi 500 anni prima che l’apostolo Matteo  scrivesse il suo Vangelo, ne parla anche lo storico greco Erodoto, che li descrive come una delle sei tribù dei medi, un antico popolo Iraniano stanziato in gran parte dell’odierno Iran centrale e occidentale a sud del Mar Caspio. Essi precisamente costituivano la casta sacerdotale ed erano perciò sacerdoti della religione Mazdea (Credevano nel Dio unico Ahura Mazda), Il cui culto fu riformato nel VI secolo a.C. da Zarathustra . Coltivavano anche l’astronomia ed erano dediti all’interpretazione dei sogni, come attestano fonti storiche riguardanti, ad esempio, l’imperatore persiano Serse.

La credibilità storica dell’episodio trova il suo punto di forza proprio nel fatto di comparire nel Vangelo di Matteo. Come noto, il testo di San Matteo è rivolto direttamente agli ebrei, per convincerli che Gesù è il Messia promesso ad Israele, e più degli altri vuole mostrare la continuità tra antico e il nuovo testamento: sarebbe pertanto inconcepibile che proprio Matteo mette in bella vista che Gesù è il salvatore anche dei pagani.

Astronomi messi in viaggio seguendo una stella

In quanto astronomi è dunque plausibile che si siano messi in viaggio seguendo una stella. Tra l’altro, nel loro credo si parla di un messia o soccorritore, nato da una vergine e annunziato da una stella, destinato a salvare il mondo. A tal proposito lo storico Franco Cardini  scrive: “Matteo, povero pubblicano, dei Magi Mazdei non doveva sapere un bel niente o quasi: com’è che con tanta  sostanziale esattezza ha mostrato reminiscenze che noi conosciamo soltanto dall’Avesta, giuntoci  peraltro attraverso redazioni tardive e non anteriori comunque al III secolo d.C.?“.

L’Avesta è, potremmo dire, la Bibbia, ossia il testo della rivelazione, di quella religione.

La maggior parte delle nostre conoscenze tradizionali sui  Magi deriva da due fonti: la traslazione delle loro supposte reliquie da Milano a Colonia , voluta da Federico Barbarossa nel 1164, e il testo del domenicano Giacomo da Varazze, vescovo di Genova alla fine del 200 e autore della Legenda Aurea, testo composto tra il 1260 e il 1298 anno della morte dell’autore.

C’è un altro elemento su cui è importante soffermarsi che è l’astro che guida i Magi.

Che cos’è era dunque la stella dei Magi? Gli studi più recenti attestati anche da Benedetto XVI nel suo libro sull’infanzia di Gesù, portano a ritenere che si sia trattato di fenomeni celesti realmente avvenuti tra il 7 e il 4 a.C. (che sarebbe poi l’epoca dell’effettiva nascita di Gesù), come l’allineamento di alcuni pianeti ( Giove e Saturno, soprattutto) nella  costellazione dei pesci, con un conseguente effetto ottico di straordinaria brillantezza.

Il percorso dei Magi e Marco Polo

Nel milione di Marco Polo, vero e proprio capolavoro enciclopedico che offre una conoscenza etnografica, geografica e botanica dell’Asia medievale agli europei contemporanei e futuri, troviamo preziose informazioni relative al percorso dei Magi. Quando Marco Polo passa per la città di Saba, l’attuale Saveh, a sud ovest di Teheran, racconta stupefatto di aver visitato, condotto dalla popolazione locale, la tomba dei Magi i cui corpi apparivano incorrotti.

I Magi Tornarono ai loro paesi per un’altra strada

Avvertiti in sogno tornarono ai loro paesi per un’altra strada: abituati ad interpretare i segni del cielo astronomico e aperti a quelli del trascendente, pieni della loro sapienza umana e della grazia del Dio fattosi uomo finalmente incontrato, affronteranno un viaggio di ritorno diverso e più lungo. Una volta conosciuto il vero re non possono più assecondare le malvagie intenzioni del piccolo sovrano mediorientale, Erode, e decidono di tornare alle loro terre senza passare più dai dintorni di Gerico. L’incontro con il salvatore cambia definitivamente i loro cuori, niente è più come prima, neanche la strada del ritorno.

Il destino errante dei Magi non si sarebbe interrotto con il ritorno al loro paese-“per un’altra strada“, come scrive Matteo. Sarebbe proseguito anche dopo la loro morte, avvenuta, secondo una leggenda, a Gerusalemme, dove dopo la risurrezione di Gesù essi sarebbero tornati per testimoniare la fede.

È necessario imparare dai Magi a viaggiare per vie impervie, difficili ma scelte con intelligenza e senso pratico: I Magi scelsero questo tragitto piuttosto lungo anche per il fatto che garantiva sufficienti punti di rifornimento, siti commerciali e un margine di rischio più ridotto.

Il significato di questa festa, evento storico realmente accaduto, è avvalorato anche  da numerosi elementi simbolici che ci aprono al vero significato di questa festa.

  • Il primo simbolo è l’incontro e il dialogo tra la fede e la ragione, rappresentato dal lungo e faticoso pellegrinaggio dei Magi verso la casa di Betlemme. I Magi sono gli studiosi che unendo la sincera apertura della mente del cuore, scevri da pregiudizi, con l’indagine scientifica più avanzata di quel tempo, cioè i movimenti astronomici, si lasciano alle spalle loro idoli-le false divinità dell’epoca, ma anche gli idoli dello scientismo moderno-e non temono di inginocchiarsi davanti all’unico vero Dio fatto uomo, divenendo così il prototipo dell’uomo vero, che è razionale credente insieme, senza nessuna contraddizione.
  • Il secondo simbolo la speciale la stella che guida i Magi a Betlemme, rappresenta la luce dell’umana intelligenza e la luce della grazia divina che brillando insieme conducono l’uomo a riconoscere in quel bambino il vero Dio e ad adorarlo senza complessi.
  • Terzo simbolo sono i doni che i Magi portano al bambino che sono stati riconosciuti da tutta la tradizione cristiana come simboli della triplice dignità di colui che essi sono venuti ad adorare: l’incenso è il profumo che si brucia per onorare la divinità, dunque è il riconoscimento che quel bambino è Dio venuto nel mondo; l’oro è l’omaggio che si fa ai re, e dunque il riconoscimento che è nato l’unico vero sovrano dell’intero universo; la mirra è l’unguento con cui si dà degna sepoltura ai defunti di riguardo, dunque con esso si onora anzitempo quella morte che darà la vita al mondo.

A differenza dei sacerdoti e degli scribi che dovrebbero essere i garanti e i testimoni accreditati della nascita del Messia, che rimangono chiusi nel palazzo di Erode a fare congetture per togliere di mezzo il bambino, i Magi (sapienti) venuti dall’oriente accorrono a Betlemme.

Avvertiti in sogno di non ritornare da Erode, fecero ritorno alla loro patria per un’altra strada. Scoperto l’inganno Erode si infuriò e mandò ad uccidere tutti i bambini di Betlemme di età inferiore ai due anni dando luogo alla strage degli innocenti, ma Giuseppe avvertito anticipatamente in un sogno, fuggì in Egitto con la famiglia.

La tomba dei Magi

Nel transetto della basilica romanica di Sant’Eustorgio a Milano si trova la cappella dei Magi, in cui è conservato un colossale sarcofago di pietra vuoto, risalente al tardo impero romano: la tomba dei Magi. Secondo le tradizioni milanesi, la basilica sarebbe stata fatta costruita dal vescovo Eustorgio intorno all’anno 344: la volontà del vescovo era quella di esservi sepolto, dopo la sua morte, vicino ai corpi dei Magi stessi. Per questo motivo, avrebbe fatto giungere i loro resti dalla basilica di Santa Sofia a Costantinopoli (dove erano stati portati alcuni decenni prima da Santa Elena, che li aveva ritrovati durante il suo pellegrinaggio in Terrasanta).

Nel 1162 l’imperatore Federico Barbarossa fece distruggere la chiesa di Sant’Eustorgio e si impossessò delle reliquie. I corpi vennero sottratti dall’arcivescovo di colonia, Rainaldo di Dassel, in Germania, che li trasferì attraverso Lombardia, Piemonte, Borgogna, Renania, fino al duomo della città tedesca, dove ancora oggi sono conservati in un prezioso reliquiario, un’arca d’argento dorato,  Cattedrale gotica di Colonia.

Non è superfluo notare , infine, che negli anni 80 del secolo scorso le reliquie di Colonia sono state sottoposte ad esami scientifici. Ne è  risultato che i tessuti sono di tre stoffe distinte, due di damasco e una di taffettà di seta, tutte di provenienza orientale e databili tra il II e il IV secolo.

Epifania   6 Gennaio 2024  dove trovare Dio

È necessario passare dall’adorazione di un Dio che è venuto ad incontrarci prendendo una carne, alla consapevolezza che noi uomini dobbiamo incamminarci alla ricerca di colui che per primo ci ha cercati. L’umanità, che in questo tempo ha anestetizzato l’anelito verso Dio, deve risvegliarsi dando spazio a quella nostra indole, impressa nel nostro DNA, indagatrice delle cause ultime che esce dalla mortificazione e dal soffocamento perpretato dalla molteplicità e dalla prepotenza delle attrattive e delle preoccupazioni mondane.

È dall’esempio  e  dall’incitamento  che ci viene dai Magi, come dai  Magi ci viene la fiducia che possiamo anche noi conseguire il traguardo della nostra ricerca e trovare Dio.

Tutti coloro che, come i Magi, sanno guardare non solo in terra ma anche in cielo, che hanno il coraggio di lasciare le abitudini di comodità, di vita mediocre, di incoerenza morale, che non temono di sfidare la mentalità di questo mondo e non si lasciano intimidire dalle ironie di chi vive ricurvo sulla terra troveranno Dio.

Come non pensare, in una tale situazione, al compito di un vescovo nel nostro tempo? Egli si troverà sempre in conflitto con l’intelligenza dominante di coloro che si attengono a ciò che  è apparentemente sicuro: coloro che vivono e annunciano la fede della chiesa non sono e non possono essere conformi alle opinioni dominanti proprie del  nostro tempo. L’agnosticismo oggi è largamente imperante con i suoi  dogmi ed è terribilmente intollerante nei confronti di tutto ciò che lo mette in questione e mette in questione i suoi criteri.

Perciò, oggi è particolarmente pressante per un vescovo avere il coraggio di contraddire gli orientamenti dominanti. Egli deve essere valoroso saldo nella fortezza per lasciarsi colpire e nel tenere testa ai criteri delle opinioni dominanti. Il coraggio di restare fermi nella verità è inevitabilmente richiesto a coloro che il Signore manda come Agnelli in mezzo ai lupi. “Chi teme il signore non ha paura di nulla”, dice il Siracide (34,16). Il timore di Dio libera dal timore degli uomini. Rende uomini liberi.

In questo tempo di tenebre e di confusione anche all’interno della chiesa, proprio in questo contesto mi viene in mente un episodio degli inizi del cristianesimo che San Luca narra negli atti degli apostoli. Dopo il discorso di Gamaliele , che sconsigliava la violenza verso la comunità nascente dei credenti in Gesù, il sinedrio chiamò gli apostoli e li fece flagellare. San Luca continua: “ Essi allora se ne andarono via dal sinedrio, lieti di essere stati giudicati degni di subire oltraggi per il nome di Gesù. E ogni giorno… Non cessavano di insegnare e di annunciare che Gesù è il Cristo“ (Atti  capitolo 5,40) .

I successori degli apostoli devono sperare di essere ripetutamente percossi, in maniera moderna, se  non cessano di annunciare in modo udibile comprensibile il Vangelo di Gesù Cristo.

Subire gli oltraggi per lui sarà la conferma che sono stati giudicati degni di partecipare alla passione di Cristo.

I Magi  hanno seguito la stella, e così sono giunti fino a Gesù, alla grande luce che illumina ogni uomo che viene in questo mondo. I Magi Sono diventati essi stessi stelle che brillano nel cielo della storia e ci indicano la strada. I santi sono le vere costellazioni di Dio, che illuminano le notti di questo mondo e ci guidano.

L’invito che faccio a me stessa e a tutti gli uomini di buona volontà è quello di vivere con Cristo per diventare sapienti. Solo allora diventeremo astri che precedono gli uomini e indicano loro la via giusta della vita. Prego affinché l’inquietudine di Dio per l’uomo ci tocchi in questo giorno di festa, perché possiamo tutti sperimentare la sua vicinanza e ricevere il dono della sua gioia.

In questa epifania del 2024 diventa imperativo per noi cristiani chiedere il coraggio e l’umiltà della fede pregando la nostra Madre  celeste, la Vergine Maria che mostri Gesù Cristo anche a noi, come lo ha mostrato ai Magi, come re del mondo e ci aiuti ad essere indicatori della strada che porta a  lui. Non c’è altra via per vivere in pace e nella verità in questo mondo prossimo al baratro dell’inferno.

prof. ssa Paola Persichetti

Paola Persichetti, oltre ad essere Associazione Trilly APS  La Gente come Noi Terni e già leader del comitato spontaneo La Gente come Noi nella lotta contro l’imposizione di Green pass e Vaccini obbligatori, è Laureata in Lingue e Letterature Straniere, inglese, francese, lingua e Cultura ebraica, all’Università di Perugia con  110/110, bacio accademico e menzione d’onore.  Corso di storia e del Cristianesimo antico, università Perugia. Master universitario in fonti, storia, istituzioni e norme del Cristianesimo ed Ebraismo.