“CHI TI AMA, TI PROTEGGE” MA… NON TI VACCINA! Morti Improvvise nei Bimbi: Strano Screening Cardiaco di Medici NO-VAX (Frajese) e ASL PRO-VAX
- Paola Persichetti
- BIG PHARMA, VACCINI & COVID, Europa e UE, Italia, Minori, Salute, SOCIETA’ – BIOETICA
Indice dei contenuti
- Chi ti ama Ti protegge: Screening Cardiaco 0-14 anni
- Una Discriminazione tra i Bambini Vaccinati
- Il Rapporto del Paziente col Medico Pubblico Ufficiale pagato dalle ASL
- I Doveri del Medico sulla Somministrazione dei Vaccini
- Il Condizionamento dei Medici che hanno operato secondo Scienza e Coscienza
- Lo Screening sugli Effetti Avversi dei Vaccini a carico del Sistema Sanitario Nazionale
- L’uso del Defibrillatore Semiautomatico contro il Danno da Vaccino
- Gli aspetti Giuridici del Defibrillatore Automatico
- La Strategia della Paura sulla Morte Cardiaca senza Spiegazione
- Deresponsabilizzare il Medico invece di Interrompere le Vaccinazioni Covid
“In quei giorni comparve Giovanni il Battista a predicare nel deserto della Giudea, dicendo: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!». Egli è colui che fu annunziato dal profeta Isaia quando disse:
Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!”
Vangelo di San Matteo Apostolo ed Evangelista (Mt. 3,1-3) – Sacra Bibbia
Nell’immagine di copertina la locandina del Convegno di Perugia “Chi ti Ama ti Protegge” e due degli illustri partecipanti: il dottor Giovanni Frajese (destra) e il presidente del COSAU Alessandro Montedori (sinistra), responsabile del Servizio programmazione socio sanitaria dell’assistenza distrettuale e ospedaliera della Regione Umbria
di Paola Persichetti
Presidente Associazione Trilly APS – La Gente come noi di Terni
Chi ti ama Ti protegge: Screening Cardiaco 0-14 anni
Il comitato #DifesaMinori sostiene le iniziative regionali e nazionali per gli screening cardiaci in fascia di età da 0-14 anni. Finora hanno presentato le proposte salvavita, il consigliere Marco Cipolletti [ L’Abruzzo], e Valerio Mancini [per l’Umbria].
L’evento dal titolo chi ti ama ti protegge, ha esaminato a fondo le ragioni di una proposta quella di uno screening cardiaco per la fascia di età da zero a 14 anni. È questa la risoluzione 80/V in esame presso la Commissione Sanità della Regione Abruzzo. Nico Liberati, segretario generale del comitato promotore che sostiene l’evento, dichiara di svolgere un’azione di profondità sul territorio grazie ad azioni di prossimità, Incontrando i cittadini, le autorità civili e militari.
“Giovedì 8 giugno a partire dalle 17.30 nella Sala Brugnoli di Palazzo Cesaroni si è tenuto il convegno ‘Chi ti ama ti protegge’. – il Consigliere Valerio Mancini (Lega) – ad aprile scorso è stato contattato dal collega Consigliere della Regione Abruzzo Marco Cipolletti, promotore della Proposta di Risoluzione per istituire lo screening cardiologico specifico per la fascia 0-14 anni d’età, che lo ha invitato a partecipare al convegno su questa tematica che si è svolto prima a Teramo, poi a L’Aquila, Rieti e Parma. Mancini ha subito aderito a questa iniziativa presentando alla Presidente della Terza Commissione il testo della Risoluzione adattato alla Regione Umbria, chiedendone la condivisione con tutti i membri perchè tutelare la salute dei bambini e dei ragazzi deve essere una priorità comune a tutti. Si è attivato affinché anche a Perugia si tenesse questo importante convegno che ha visto la partecipazione di professionisti della sanità e del diritto “.
Dopo i saluti istituzionali del Presidente dell’Assemblea Legislativa Marco Squarta, sono intervenuti il Dottor Giovanni Frajese, docente di endocrinologia, il Professor Giulio Pedone, docente di oftalmologia, il Professor Alessandro Capucci, docente di cardiologia, il Sostituto Procuratore Generale della Corte d’Appello di Cagliari, Sergio De Nicola, la Presidente della Commissione Pari Opportunità della Regione Abruzzo, Maria Francesca D’Agostino e ovviamente il Consigliere Regionale d’Abruzzo Marco Cipolletti.
Nel corso degli incontri precedenti erano emersi dati allarmanti che testimoniano un aumento delle morti infantili negli anni successivi alla pandemia Quella di giovedì 8 Giugno è stata un’ulteriore occasione per approfondire questo tema e per cercare di dare risposte ai troppi interrogativi ancora in sospeso.
Il Comitato Difesa Minori cura con attenzione l’organizzazione di questi eventi cercando una collaborazione con le istituzioni per riuscire a fare qualcosa di concreto per i ragazzi .Mancini sostiene il progetto dello screening considerato fondamentale per prevenire decessi : “per questo è importante che la Regione Umbria si adoperi affinché, in una fase iniziale, almeno a 5.000 tra bambini e adolescenti venga data l’opportunità di eseguire controlli cardiologici specifici”.
Una Discriminazione tra i Bambini Vaccinati
Tale affermazione va immediatamente contestata perché opera una scelta discriminatoria nei confronti di tutti gli altri soggetti che rimangono esclusi dai controlli. Lo screening è un diritto di cui tutti dovrebbero beneficiare soprattutto se si è stati sottoposti all’inoculazione del farmaco genico sperimentale mRNA messaggero anti COVID 19 che sta causando tante pericarditi e miocarditi in soggetti giovani.
Gli incontri salvavita sono previsti anche in altre regioni, prossimo il lancio in Sardegna a Sassari e Liguria a Genova”. Conclude Nico Liberati Portavoce del comitato #DifesaMinori:
”Bisogna fare subito, Euromomo l’Istituto Europeo che si occupa di raccogliere e monitorare i dati della mortalità in Europa, segnala un drastico aumento della mortalità in fascia 0-14 anni. Visto che non esiste alcuna legge che disciplini la morte improvvisa giovanile e la corretta identificazione della sua causa, occorre sollecitare misure urgenti, per prevenire i casi di morte improvvisa in età infantile”.
“L’obbligatorietà dell’autopsia per le morti improvvise giovanili, oltre specifici prelievi per esame tossicologico e molecolare, ma anche la creazione di una rete di riferimento, di percorsi diagnostico terapeutici assistenziali (PDTA), interventi di formazione ed informazione, di promozione della ricerca scientifica e di prevenzione, sono volti ad attuare strategie per l’identificazione di famiglie e/o popolazioni a rischio, nonché per la creazione di un Registro Nazionale e l’Istituzione di una commissione tecnico-scientifica ministeriale specifica.“
La mia partecipazione all’evento è stata soprattutto dettata dalla volontà di voler tutelare ed informare tutti i soggetti che sono stati in maniera trasversale obbligati o non ,dall’inoculazione del farmaco genico sperimentale. Già da due anni come presidente dell’associazione TRILLY La Gente come noi APS sto portando avanti, insieme a tutti i soci, una lotta volta all’informazione dei cittadini sui diritti che tutti i pazienti dovrebbero conoscere per poterli esercitare.
La conoscenza, in questo momento storico, è l’unica arma che abbiamo a disposizione per poter contrastare e smentire la narrazione falsa e allarmista che ci è stata propinata.
Dopo aver ascoltato i vari interventi e notando fin da subito delle contraddizioni in essere ho chiesto di intervenire per fare una precisazione che riguardava l’autorizzazzione condizionata dell’immissione in commercio di tali farmaci ,dal momento che questo aspetto veniva del tutto ignorato e taciuto dai relatori.
L’intervento mi è stato impedito con la promessa che mi avrebbero dato la parola alla fine. Ho pazientemente atteso la fine degli interventi per poter prendere la parola e puntualizzare quali fossero, secondo me, gli aspetti critici, omissivi e fuorvianti dell’iniziativa così strutturata. L’oggetto dell’intervento è stato ridotto sia dal mediatore e organizzatore dell’evento, Nico Liberati, che da una esortazione del prof. Vanni Frajese preoccupato che potessi rovinare l’idillio dicollaborazione che si era instaurato con le istituzioni.
Il Rapporto del Paziente col Medico Pubblico Ufficiale pagato dalle ASL
Pertanto vorrei puntualizzare ciò che non mi è stato possibile fare in presenza l’ 8 giugno 2023 a palazzo Cesaroni collaborazione fra medico e paziente nell’ottica del rapporto di
– Queste sono tutte le leggi in materia (D. Lgs. 502/92, L. 208/15, dpcm12 gennaio 2017, art. 4 – Assistenza sanitaria di base – e DM 1/2/1991, art 5, nonché, in particolare, il D. Lgs. 124/98 che disciplina le prestazioni erogate senza oneri a carico dell’interessato, art. 1, comma 4, lett. b), nonché le istruzioni fornite dalla Federazione Italiana MMG (FIMMG), la quale chiaramente e correttamente elenca il codice in questione nel suo vademecum per gli iscritti.
La preoccupazione dei relatori di vedersi interrompere un dialogo con le istituzioni, che dopo due anni sono disposte a collaborare perché preoccupate per la nostra salute, è dettata da una confusione di molti medici che scambiano per minacce le richieste lecite dei pazienti, semplicemente perché non rammentano l’Accordo collettivo nazionale.
Ricordiamoci sempre che, da Accordo collettivo nazionale (ACN), fra i compiti del medico ci sono anche:
l’appropriatezza delle scelte assistenziali e terapeutiche, la necessità di un uso appropriato delle risorse messe a disposizione dal Servizio sanitario nazionale, nonché l’adesione a specifici progetti concordati a livello regionale e/o aziendale; lo sviluppo e la diffusione della cultura sanitaria e della conoscenza del Servizio Sanitario Nazionale nonché del corretto uso del farmaco nell’ambito della quotidiana attività assistenziale, fatta salva la partecipazione a specifici progetti concordati a livello regionale e/o aziendale, nei confronti dei cittadini attraverso la loro sensibilizzazione alle tematiche concernenti in particolare:
- l’osservanza di comportamenti e stili di vita positivi per la salute;
- la donazione di sangue, plasma e organi;
- la cultura dei trapianti;
- il sistema di partecipazione al costo delle prestazioni sanitarie e il regime delle esenzioni;
- l’esenzione dalla partecipazione alla spesa in relazione a particolari condizioni di malattia;
- la necessità di un uso appropriato delle risorse messe a disposizione dal Servizio Sanitario Nazionale.
I Doveri del Medico sulla Somministrazione dei Vaccini
Questo significa che il MMG (medico di medicina generale), che nell’esercizio delle sue funzioni è un pubblico ufficiale (e quindi risponde in maniera più grave di eventuali violazioni di legge) deve conoscere le modalità di somministrazione, il regime di esenzione (o meno), valutare l’appropriatezza di un farmaco in base alle istruzioni del produttore e delle autorità e alle effettive condizioni dell’assistito e alle conoscenze necessarie per fare tale valutazione.
Sarebbe davvero terribile se il nostro medico di base o gli illustri medici specialisti presenti all’evento non sapessero che questi non sono vaccini, ma sono terapie avanzate secondo la normativa europea che disciplina i farmaci, n. 83….del 2001.e che sono tutti a prescrizione obbligatoria! Se si rifiutasse di assistere il proprio paziente nella valutazione del farmaco migliore per lui… verrebbe addirittura meno ai suoi doveri contrattuali…. che ne penserebbe il dirigente ASL, suo diretto superiore?? ( Tra l’altro presente il responsabile della ASL 1 Umbria in sala )
E già… perché ricordiamoci che i MMG non sono liberi professionisti, bensì lavoratori parasubordinati del Sistema Sanitario Nazionale, facenti capo direttamente alla ASL, come la Corte Costituzionale ci ha definitivamente chiarito nel 2019 (Ma il TAR Lazio ce lo diceva già dal 2002) . Infatti dalla ASL prendono la busta paga, no?
Il Condizionamento dei Medici che hanno operato secondo Scienza e Coscienza
L’esercizio professionale del medico è fondato sui principi di libertà, indipendenza, autonomia e responsabilità.
Il medico ispira la propria attività professionale ai principi e alle regole della deontologia professionale senza sottostare a interessi, imposizioni o condizionamenti di qualsiasi natura.
Tale omissione, ricadendo nella fattispecie di pericolo, in qualità di presidente dell’associazione TrillyAPS, fu segnalata già nel 2021 alle autorità, affinché i dirigenti delle ASL Umbria 1 e 2 chiedessero la collaborazione dei Medici Competenti per redigere specifico Documento di Valutazione del Rischio.
Nulla di tutto ciò è accaduto, almeno in Umbria, fino ad oggi, ad eccezione di una vessazione e condanna, da parte degli ordini, di tutti quei medici che hanno esercitato la loro arte medica in scienza e coscienza. Molti sono tutt’ora indagati per falso ideologico, per aver esentato i pazienti dalla vaccinazione in osservanza anche solo del primo principio del codice deontologico: primum non nocere.
Non volendo pertanto creare divisione all’interno di un evento che vedeva la partecipazione e la collaborazione delle istituzioni civili e sanitarie,volto a gestire l’incremento anomalo di morti improvvise dopo l’inizio della campagna vaccinale, mi sono limitata a chiedere l’immediata sospensione dell’inoculazione del vaccino come vera prevenzione e non l’uso del defibrillatore semiautomatico, proposto dagli esperti medici presenti, per riportare in vita l giovani , vittime di arresto cardiaco.
È un nostro diritto e un preciso dovere del medico escludere eventuali pericoli per la salute prima che venga compromessa. I medici che hanno esentato dalla vaccinazione per salvare i propri pazienti da complicanze che potevano presentarsi data la presenza di particolari patologie, sono stati invece puniti: radiazione, sospensione o accusati di falso ideologico.
Lo Screening sugli Effetti Avversi dei Vaccini a carico del Sistema Sanitario Nazionale
Il medico è tenuto a:
indicare i benefici che si ottengono dalla somministrazione di tale farmaco; illustrare in termini percentuali le probabilità che ha il paziente di incorrere in eventi avversi gravi e perché il medico ritenga – per comprovate e documentabili evidenze scritte – sia eventualmente più vantaggioso sottoporsi all’inoculazione del farmaco da Lui stesso indicato (farmaco anti-COVID-19) rispetto alle cure esistenti.
La nostra intera esistenza in questo momento sembrerebbe dipendere da ciò che il MMG decide essendo l’unico investito del potere di stabilire se noi pazienti siamo o meno a rischio di effetti avversi dovuti ai trattamenti sanitari in oggetto.
Infine, qualora il MMG dovesse ritenere comunque opportuno prescrivere i farmaci sperimentali di cui sopra, è un nostro diritto chiedere di prescrivere anche le analisi atte a determinare possibili rischi per la nostra salute a carico del Sistema Sanitario Nazionale, attraverso il codice di esenzione “P03”, così come previsto dall’art. 1 comma 4 lett. b del D.Lgs.124/1998– prima parte (G.U. n. 99 del 30/04/1998) e DPCM 12/01/2017 (G.U. n. 65 del 18/03/2017).
Quindi il progetto di screening dai 0-14 anni che ci viene proposto come una concessione straordinaria con lo slogan “chi ti ama ti protegge” in realtà è già disponibile.
Le persone vaccinate o in procinto di esserlo sono già protette dalla normativa vigente a patto di conoscerla ed esercitarla nelle sedi e nei luoghi opportuni.
Non è eticamente concepibile che si continui a somministrare il “vaccino” sacrificando migliaia di giovani e meno giovani per raccogliere i dati sulle morti improvvise; dati necessari a dimostrare la correlazione con il farmaco genico ricevuto.
L’uso del Defibrillatore Semiautomatico contro il Danno da Vaccino
Il rimedio proposto per gestire il danno correlato al “vaccino” è la possibilità di avere un defibrillatore semiautomatico nelle vicinanze.
Per meglio comprendere riporto un ‘intervista al dottor Alessandro Capucci primario cardiologo dell’ospedale civile di Piacenza relatore all’evento di Perugia.
Il medico risponde con pregevole sintesi e chiarezza: «La fibrIllazione ventricolare è l’aritmia che, nel 90% dei casi, ferma il cuore. Il cuore non si muove più (non si contrae) perché viene attivato troppo rapidamente (anche 400-500 volte ai minuto). Non ha pertanto più la possibilità di distendersi e di contrarsi. Bastano pochi secondi di questa aritmia e la persona, colpita perde conoscenza. Una volta che inizia quest’evento, bisogna intervenire al più presto, in quanto, ogni minuto, si perde il 10% di possibilità di salvare questa vita».
Tempo limite dunque, per conservare un barlume di speranza, è quello di dieci minuti dalla perdita di coscienza.
Prosegue il Dr. Capucci nella sua intervista: «la cura è la defibrillazione elettrica, mediante un apparecchio già noto da decenni che, dando una scossa elettrica al torace, ne produce l’azzeramento elettrico, con successiva ripresa dell’attività elettrica dei cuore e, quindi, della contrattilità».
Nella stessa intervista, il Dr. Capucci spiega che la defibrillazione è sempre un atto medico, in quanto deve essere preceduta dalla diagnosi di arresto cardiaco, che è un atto medico. In questi anni si è tentato, quindi, di portare il medico sul luogo dell’arresto cardiaco nel più breve tempo possibile… il problema è che un’ ambulanza attrezzata, in una città media, ha un tempo di intervento medio non inferiore a dieci minuti, troppi per riprendere questi pazienti. Occorre, anche, aggiungere il tempo necessario ai soccorritori per rendersi conto di ciò che è accaduto e per telefonare al 118 (altri cinque o sei minuti).
Sempre nella stessa intervista, il Dr Capucci aggiunge che: «Esiste, oggi, una novità tecnica e, cioè, un defibrillatore che è in grado di fare la diagnosi automaticamente e di dialogare con la persona che lo utilizza per guidarla nell’impiego”. (intelligenza artificiale)».
Ancora, il dottor Capucci: “Siamo di fronte ad una persona che è morta, se non la soccorriamo, esiste un apparecchio che la può salvare e che è in grado di diagnosticare correttamente e richiede di erogare la scarica elettrica solo se riconosce la fibrillazione ventricolare (FV); altrimenti, non si carica nemmeno!
A questo punto, la parola può passare all’esperto di diritto.
L’art. 348 del codice penale sancisce: “Chiunque abusivamente esercita una professione, per la quale è richiesta una speciale abilitazione dello Stato (nella specie, professione medica) è punito con la reclusione fino a sei mesi o con la multa da £ 200.000 a £.1.000,000*”.
Prima dell’invenzione del defibrillatore semi automatico, non si poteva applicare la scarica elettrica al torace dei pazienti, che avrebbe prodotto l’azzeramento elettrico ventricolare (con successiva ripresa dell’attività elettrica regolare del cuore e, quindi, della contrattilità), senza una diagnosi di arresto cardiaco.
Tale diagnosi è un tipico atto sanitario, da compiersi da un medico. Del resto, è facile comprendere i pericoli ed i danni, che deriverebbero dall’usanza di intervenire, per spirito di carità, In siffatti casi, non resta altro che telefonare al 118. Ma, in presenza di fibrillazione cardiaca, l’intervento dell’ ambulanza è, in pratica, sempre tardivo.
Gli aspetti Giuridici del Defibrillatore Automatico
Oggi, però, il defibrillatore semi automatico diagnostica correttamente la fibrillazione cardiaca ed eroga la scarica elettrica solo se riconosce la fibrillazione ventricolare; altrimenti, non si carica nemmeno, come spiega il Dr. Capucci, nella sua intervista.
Allora, per il giurista è chiaro che l’atto medico (la diagnosi di fibrillazione ventricolare) non promana dall’operatore (vigile urbano, poliziotto di Stato, carabiniere, vigile del fuoco o un comune cittadino in possesso di defibrillatore), ma proviene dal defibrillatore stesso, senza alcun margine di discrezionalità da parte dell’operatore medesimo. tanto più che, come si è detto, il defibrillatore non si carica nemmeno e, quindi, non emette la scarica elettrica se non diagnostica autonomamente la fibrillazione ventricolare (FV).
Pertanto, come ha esattamente intuito il Presidente del Tribunale di Bolzano, dott. Carlo Bruccoleri, nel suo conciso e chiarissimo parere pubblicato sul “Mensile italiano di soccorso” del gennaio 2000, l’abusivo esercizio della professione sanitaria non sussiste, nel caso di impiego del defibrillatore semi automatico, poiché manca qualsiasi diagnosi di fibrillazione ventricolare da parte dell’operatore, per essere stata fatta, tale diagnosi, dal defibrillatore stesso, automaticamente e senza alcuna discrezionalità di giudizio da parte dell’operatore. Tutto ciò esaurisce la questione giuridico penale.
Per abbondanza, si soggiunge che, in ogni caso, l’art. 593, comma secondo, codice penale, punisce penalmente chiunque “trovando un corpo umano, che sia o sembri inanimato, ovvero una persona ferita o altrimenti in pericolo, omette di prestare l’assistenza occorrente o di darne immediate avviso all’ Autorità”.
Orbene, il vigile urbano in possesso di un defibrillatore semi automatico, che entra in funzione ed eroga la scarica elettrica solo se accerta la sussistenza della fibrillazione ventricolare, senza alcuna discrezionalità da parte del vigile urbano stesso, agisce, in ogni caso, ai sensi dell’art. 51 comma primo del codice penale che recita: “L’ esercizio di un diritto o l’adempimento di un dovere imposto da una norma giuridica (nella specie, l’art, 593 codice penale, poco sopra citato)… esclude la punibilità”.
Pertanto, anche l’art. 51 esclude la possibilità del reato di esercizio arbitrario della professione medica da parte del poliziotto o del vigile urbano che usi il defibrillatore, infine, l’art. 54 codice penale recita: “Non è punibile chi ha commesso il fatto (esercizio arbitrario della professione medica, nella specie) per esservi stato costretto dalla necessita di salvare se od altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona, pericolo da lui non volontariamente causato, né altrimenti evitabile, sempre che il fatto sia proporzionato al pericolo”
Dopo quanto si è detto, è sufficiente soffermarsi sull’ inciso “ne altrimenti evitabile” per concludere, data la pratica impossibilità di assicurare il soccorso, con ambulanza, nei fatidici dieci minuti, che l’uso del defibrillatore sarebbe, in ogni caso, un atto necessitato, per evitare una morte e, quindi, tale da escludere il reato è sempre utile l’intervento legislativo.
La Strategia della Paura sulla Morte Cardiaca senza Spiegazione
A tal proposito è utile rifarsi ad un’idea che prese corpo in quel progetto che oggi tutti conoscono come “Progetto Vita”. Defibrillatori diffusi a livello capillare sul territorio, corsi per imparare a usarli, app e tecnologie per accorciare i tempi di intervento, una fitta rete di collaborazione tra soggetti della Sanità, forze dell’ordine, vigilanza privata e istituzioni.
Un sistema ben oliato, anzi, perfettamente oliato e funzionante, efficace, in grado di salvare vite, tante vite. Un modello che piano piano sempre più province stanno cercando di studiare e quindi adottare, un modello destinato a essere esportato: “modello Piacenza”.
L’obiettivo è far capire alle altre città che è possibile realizzare una rete di pronto soccorso per arresto cardiaco utilizzando uno strumento salvavita. Così dichiara la dottoressa Daniela Aschieri, allieva del dott. Capucci.
Di nuovo ci viene riproposta la strategia della paura per convincerci della bontà del progetto: non importa cosa provoca la morte cardiaca l’importante è tranquillizzare e gestire la nostra paura con un defibrillatore. Stessa strategia, creare il problema per poi intervenire successivamente con un rimedio.
“Il progetto dei quartieri cardioprotetti è l’obiettivo futuro ma anche e soprattutto l’educazione nelle scuole: un obiettivo a lungo termine che però rappresenta la base per poter proseguire in questa strada”, afferma Aschieri.
Sarà un caso?
Voi lettori cosa ne dite cel fatto che Il 23 febbraio 2022 è stato firmato presso la Sala della Giunta Comunale alla presenza del Sindaco Patrizia Barbieri il Protocollo d’Intesa per la divulgazione su tutto il territorio nazionale del Progetto FacileDae per la diffusione in Italia, seguendo l’esempio unico in Europa di Progetto Vita, per la cultura dell’uso precoce del defibrillatore in caso di arresto cardiaco.
Il Protocollo d’Intesa è stato sottoscritto dalla Dott.ssa Daniela Aschieri Presidente di Progetto Vita Odv, dal Dott. Fabrizio Pregliasco Presidente dell’Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze OdV e dal Dott. Leonardo Braschi Presidente di Ircomunità APS.
Le tre organizzazioni di volontariato e di promozione sociale lanciano così il Progetto FacileDae per far comprendere a tutti la semplicità e l’importanza dell’uso precoce del defibrillatore per salvare vite umane attraverso la realizzazione di azioni congiunte informative con materiali didattici condivisi, con l’uso di piattaforme digitali e la formazione di istruttori/formatori nazionali.
Le organizzazioni, che si sono impegnate a far promulgare dal Parlamento la Legge 116/2021, che rende possibile l’utilizzo del defibrillatore a tutti i cittadini senza alcuna responsabilità e senza l’obbligo di una certificazione a seguito di un corso specifico, hanno sollecitato i Ministeri competenti all’emanazione dei decreti attuativi chiedendo anche alle Regioni l’eliminazione delle farraginose procedure burocratiche per la formazione all’uso del defibrillatore. Congiuntamente sono stati realizzati spot televisivi e studi scientifici.
Purtroppo questo che stiamo vivendo è sicuramente uno dei momenti più bui della storia dove la verità e la vita vengono giornalmente calpestati o scarsamente difesi.
Deresponsabilizzare il Medico invece di Interrompere le Vaccinazioni Covid
In conclusione ci si attiva per fare leggi ad hoc che giungono al momento giusto deresponsabilizzando la figura medica delegando all’intelligenza artificiale la gestione della nostra salute. Ci si ostina a chiudere la stalla quando ormai sono usciti i buoi, incoraggiando le persone a scaricare le app, ad affidarsi alle piattaforme digitali che sapranno come proteggerci dal male… Non preoccupatevi se dopo aver ricevuto l’inoculazione di una terapia genica sperimentale si andrà incontro ad un arresto cardiaco perché saremmo protetti dal defibrillatore semiautomatico che ci riporterà in vita (forse…) .
Vorrei, a tal proposito, rivolgere un particolare invito al C.O.S.A.U. che era presente a Perugia l’8 Giugno 2023, rappresentato nella persona del suo presidente dottor Alessandro Montedori, ad attivarsi per chiedere l’immediata sospensione della campagna vaccinale anti Covid 19 in Umbria. Questa è vera prevenzione. Questo dovrebbe fare un comitato di sanitari che operano in scienza e coscienza a tutela della vita e della salute.
Riporto le parole con le quali lo stesso C.O.S.A.U. si definisce sul suo sito:
”Il comitato sanitari umbri in scienza e coscienza costituito da medici e sanitari dell’Umbria che si sono riconosciuti nella loro esperienza e competenza ed hanno condiviso la necessità di promuovere un dialogo tra i cittadini e le istituzioni nella difesa della libertà di scelta terapeutica e avendo come bussola il rispetto del codice deontologico e della Costituzione Repubblicana”.
Se non ha perso la bussola e la scienza il C.O.S.A.U. parli ora con le istituzioni o taccia per sempre.
A tutti gli altri illustri personaggi che hanno partecipato all’evento di cui sopra cosa posso dire?
Non ho visto il coraggio nei vostri occhi, non ho sentito l’amore per la verità.
Vorrei rilanciare la bellissima citazione che lo stesso prof. Frajese ama ricordarci nei suoi convegni ,una bellissima frase di San Giuseppe Moscati, eccezionalmente attuale:
“Ama la verità, mostrati qual sei senza Infingimenti quindi e senza paure e senza riguardi. E se la verità ti costa la persecuzione, tu accettala; e se il tormento, tu sopportarlo e se per la verità dovessi sacrificare te stesso e la tua vita, tu sii forte nel sacrificio.”
Ci si sente protetti soltanto da coloro che amano la verità appassionatamente, con spirito di sacrificio e con dedizione instancabile resistendo anche agli attacchi personali, alle invidie, all’ostilità ideologica.
La verità ormai è sotto gli occhi di tutti: i dati sono inoppugnabili e solo chi è in malafede può negarli. Dopo questi lunghissimi tre anni non resta che passare dalle tante parole ai fatti altrimenti la verità resta sterile lettera morta.